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Polizia di Stato: la parte rosa della legge. Storie di donne in uniforme che hanno realizzato i loro desideri

Di Valeria Fraquelli

Roma. Le donne da sempre lottano, fanno molteplici sacrifici per mantenere tutta la loro femminilità anche se l’ambiente di lavoro è più maschile, a volte maschilista.

E devono dare il massimo, dimostrando tutto il loro talento, ogni singolo giorno.

Ci sono donne chiamate quotidianamente in prima linea che con coraggio si espongono in prima persona per garantire la sicurezza.

E’ il caso delle nostre poliziotte che nel passato hanno dovuto guadagnarsi il rispetto dei loro colleghi maschi e dei cittadini. E questo rispetto ancora oggi se lo devono guadagnare.

Report Difesa, in questa giornata dedicata alla Festa Internazionale della Donna ha avuto modo di registrare le voci di alcune di loro.

Iniziamo da Rosalba Pistella, pilota di elicotteri, che va molto fiera del suo lavoro.

“Non è stato facile lavorare – ricorda –  in quanto ho trovato sempre curiosità e diffidenza in un settore di assoluta supremazia maschile. Sono fiera però di essere stata la prima donna pilota. La cosa che mi rende felice è sapere che dopo di me ce ne sono state altre anche in altri ambiti del volo. Oggi da madre di due ragazze sento di poter dare loro il messaggio che il genere a cui appartengono non le potrà confinare in ruoli prestabiliti. Sarà ancora faticoso superare pregiudizi e preconcetti ma potranno fare ciò che vorranno nella loro vita”.

Rosalba ha conseguito il brevetto nel novembre del 1991. “Durante il corso – racconta – ero l’unica donna in un aeroporto militare. La cosa destava molta curiosità ma non mi hanno mai fatto sentire discriminata. Per i 20 anni successivi ho ricoperto vari incarichi nel settore aereo della Polizia e partecipato ad eventi e a corsi di specializzazione interforze dove continuavo ad essere unica presenza femminile”.

L’esperienza di volo della Pistella si è conclusa dopo 20 anni con altro incarico.

“Nel 2010 – prosegue – sono nate Greta e Stella dall’unione con un sovrintendente specialista di elicotteri mentre dirigevo il Reparto volo di Venezia. Io e mio marito ora viviamo ad Udine”.

Barbara Barra al Giro d’Italia

Barbara Barra sa di fare un lavoro pericoloso ma lo fa a testa alta, e racconta orgogliosa come abbia diretto la scorta all’81° Giro d´Italia nel 1998, anno in cui vinse Marco Pantani.

Barbara aveva 30 ed era una giovane Dirigente della Sezione di Lecco.

“Tutto il mondo che mi orbitava intorno era squisitamente maschile – ricorda oggi – a partire dagli atleti i componenti delle squadre, l’organizzazione ed i mass media al seguito. Una carovana di oltre 1.500 persone quasi esclusivamente uomini compresa ovviamente la mia squadra di scorta”.

Tanta curiosità tante aspettative qualche pregiudizio. “Eppure – prosegue nel racconto – era un mondo nel quale mi trovavo perfettamente a mio agio sin da quando, nel 1991 venni assegnata alla Polizia Stradale di Milano”.

“Non ero preoccupata – spiega – poiché tante dinamiche nel rapporto con la squadra di scorta che mi avevano assegnato le conoscevo e la consapevolezza che eravamo sotto gli occhi di tutti anche in funzione del mio essere donna, ha reso ancora più elevato il senso di responsabilità di ognuno. Eravamo impeccabili in ogni circostanza: arrivi, partenze, in corsa ed anche nei momenti di relax.

Sono passati moltissimi anni ed anche tante diverse situazioni professionali. Oggi sono il Dirigente della Stradale di Roma e sento ancora forte dentro di me la passione per un lavoro in cui il rapporto umano , la vivacità delle proprie idee e l’autorevolezza nell’imporle rappresenta la vera essenza dei risultati conseguiti”.

Tra le donne della Polizia che svolgono attività professionali prima in mano agli uomini c’è Luisa Cavallo. E’ diventata sommozzatore brevettato dalla Marina Militare nel luglio 2006.

“Relativamente alle sensazioni – spiega oggi – è stata una esperienza straordinaria da un lato perché è stata per me la trasformazione di una passione antica e preesistente alla mia storia in Polizia in attività di servizio. Poi perché ho avuto la possibilità di sfidarmi e confrontarmi su un terreno professionale totalmente inedito e che, anche per i miei uomini e donne (una sola in verità!) vedeva per la prima volta il loro Capo indossare un costume a due pezzi!!!”.

“Siamo in realtà cresciuti insieme  – aggiunge –  con uno scambio reciproco di esperienze che ha permesso alla specialità di alzare l’asticella delle loro attività specialistiche ed a me, personalmente, di approfondire le mie conoscenze giuridiche nel settore dell’impiego dei sommozzatori in attività lavorativa. Grazie a questa straordinaria esperienza ad oggi ho potuto approfondire le mie conoscenze giuridiche nello specifico settore tanto da essere (immeritatamente) considerata la massima esperta di diritto della subacquea a livello internazionale. Oggi a Messina (non a caso, con uno sguardo e le pinne nelle tumultuose acque dello Stretto) dirigo l´Anticrimine”.

Margherita Mirto, Sostituto Commissario Coordinatore

Margherita Mirto è Sostituto Commissario Coordinatore, Responsabile della Squadra Tiratori Scelti di Roma. Si tratta di un lavoro che non ti aspetteresti mai da una signora di 57 anni.

E’ stata scelta dal 1995 prima a Napoli (fino al 2007) e dal 2007 a Roma.

Dal 1995 lavora esclusivamente con colleghi uomini. “Tiratori Scelti donna in Italia siamo solo due – evidenzia -: io e una collega della Scuola di Trieste, che è stata la prima ma che, praticamente non è operativa in quanto dal 2004 è in una sede ad esaurimento”.

Contrariamente a quanto si pensa nell’immaginario collettivo fare il Tiratore Scelto non significa dover necessariamente sparare al cattivo di turno ma, solitamente, egli è destinato ad una protezione dall’alto in occasione di grandi eventi o importanti visite di Stato.

“Di solito infatti la nostra postazione – spiega – è su un terrazzo o, quantomeno, su un punto elevato che consente una visuale dell’evento che, da terra, non è possibile. E che mi ha permesso, negli anni, di poter vedere Roma e altre città da punti di vista assolutamente privilegiati. In ogni caso siamo addestrati ad un tiro di estrema precisione con armi ad esso destinate”.

Due giorni alla sono destinati all’addestramento a fuoco, poi si fa addestramento fisico e, ovviamente, servizi di specialità.

“Grazie al mio lavoro, che amo – aggiunge Margherita Mirto – ho girato l’Italia ed ho potuto essere testimone di Grandi Eventi, come lo storico incontro nel 2002 tra Bush e Putin, le XX Olimpiadi Invernali di Torino (che porterò per sempre nel cuore), il G8 dell’Aquila, ecc”.

Oltre alle numerose visite di Stato molto frequenti a Roma.

“Sono consapevole – sostiene – del fatto che il mio lavoro può generare l’idea che io sia un po’ un maschiaccio, ma questo non è assolutamente vero. Ho molti interessi che non riguardano le armi.

Amo viaggiare, andare a teatro, al cinema, fare trekking, visitare musei, gironzolare da sola alla scoperta di Roma (che amo immensamente) e, soprattutto sono appassionata di Patchwork e di ricamo. Una settimana l’anno, dal 2011, la dedico al volontariato. Sono una Dama dell’Hospitalitè Notre Dame di Lourdes, in Francia”.

Salvina Biscossi è la prima donna ad essere entrata al Reparto a Cavallo della Polizia di Stato.

Attualmente in pensione, è entrata in Polizia nel settembre 1986 e dopo 8 mesi di corso alla Scuola Allievi Agenti di Vibo Valentia è stata assegnata nel maggio dell’anno successivo al Reparto a Cavallo della Questura di Roma dove ha prestato servizio, dopo una parentesi di due anni trascorsi in un Commissariato, fino al 2013.

Salvina ricorda come l’ambiente di lavoro in quegli anni fosse molto maschilista.

“Sono spesso stata messa alla prova – dice – ma sono entrata in punta di piedi e con molta discrezione riuscendo ad affermare le mie qualità professionali”.

Il Commissario Miranda Campana

Miranda Campana è un Commissario in servizio presso la Questura di Viterbo.

“Sono stata assunta nella Polizia di Stato l’8 settembre 1986, Allievo Agente del 960° Corso di Istruzione presso la Scuola Allievi Agenti di Vicenza. Sono stata assegnata alla Scuola Allievi Agenti di Roma ed avviata alla frequenza del 180° Corso per Istruttore di Tiro presso il C.N.S.P.T. di Nettuno , dal 21 settembre all’Il dicembre 1987)”.

Ha poi svolto attività di “Istruttore di Tiro” ai vari corsi di formazione tenutisi presso la Scuola Allievi Agenti di Roma fino al 4 luglio 1994.

“Durante la frequenza del corso per Istruttore di Tiro – ricorda – da subito si è registrato un forte spirito di coesione e sostegno da parte di tutti i colleghi e del personale Istruttore del Centro.

Appena ventenne, entrata a far parte di un mondo all’epoca prettamente maschile, e con l’incarico di formare i nuovi agenti ma anche personale già in servizio, sono riuscita ad instaurare sempre rapporti improntati allo spirito di collaborazione ottenendo un buon feedback sia sul piano dei risultati conseguiti sulla linea di tiro ma anche e soprattutto in termini di rapporti umani.

Il percorso professionale svolto nella Polizia di Stato non ha mai ostacolato ovvero influenzato i rapporti personali e familiari che sono riuscita a contemperare con equilibrio e serenità.

Trasferita alla Questura di Viterbo, con la qualifica di Vice Sovrintendente, è stata assegnata alla Squadra Volante continuando comunque a svolgere anche la mansione di Addestramento al Tiro per il personale della Polizia di Stato in servizio nella provincia.

Nel 1998, a seguito dell’apertura del Poligono di Tiro in sede, è stata assegnata all’Ufficio del Personale ed ho svolto in via prioritaria l’attività di “Istruttore”, fino al 2009 quando, a seguito di incidente stradale, le è stata revocata questa qualifica professionale.

Dal 2009, con la qualifica di Ispettore Superiore, è stata assegnata alla Divisione PASI (Divisione di Polizia Amministrativa e Sociale e dell’Immigrazione) come responsabile dell’Ufficio Passaporti.

E’ stata nominata dirigente l’Ufficio del Personale dal 30 marzo 2020.

Abbiamo così voluto raccontare, seppure in breve, storie di donne forti che non hanno mai smesso di lottare e di dimostrare che si può fare tutto, raggiungere gli obiettivi prefissati come e meglio degli uomini.

Le poliziotte sanno capire ed entrare in empatia con le vittime di reati gravi, sanno consigliare e sanno ascoltare ma sanno anche arrestare criminali con la giusta durezza.

Grazie a tutte le poliziotte perchè è solo grazie a loro che questa Festa della Donna è sicura.

 

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