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Riscoperte e rinascita

In questi giorni scanditi da staffette e mondiali, anche Firenze passa il testimone, rivolgendosi ad una delle maggiori capitali dell’arte. Dal 26 settembre spetterà, infatti, a Parigi accogliere tra le sale del Louvre – suo museo più prestigioso – la mostra fiorentina incentrata sulla Primavera del Rinascimento, fino al 18 agosto accolta nella splendida cornice di Palazzo Strozzi.

Aldilà delle forti e complesse implicazioni che il Rinascimento italiano ebbe e portò con sé, anche nel campo delle arti esso è connotato dal recupero del passato, dalla riscoperta di tecniche e canoni estetici degli antichi che col tempo erano andati perduti. Tali operazioni – che saranno poi alla base di un profondo rinnovamento della cultura artistica nel corso del XV secolo – non nacquero dal nulla, tant’è che i primi “germi” si possono trovare già in alcune opere scultoree del secolo precedente, a dimostrazione del fatto che furono gli scultori i primi a proporre una sensibilità nuova.

I passi iniziali di un discorso foriero di novità rivoluzionarie costituiscono anche il punto di partenza della mostra stessa: la suddivisione in sezioni conduce a scoprire quali furono i principali elementi che vennero desunti dall’immenso serbatoio dell’arte antica e poi riproposti dalle nuove generazioni di artisti che vi attinsero a piene mani, oltre a focalizzare l’attenzione su di essi.

Nel percorso espositivo che attraversa il XV secolo fino al 1460, assistiamo dunque ad una progressiva trasformazione del linguaggio artistico, che a poco a poco si spoglia degli stilemi dell’arte gotica: dalle formelle con il Sacrificio di Isacco realizzate in occasione del concorso del 1401 da Lorenzo Ghiberti e Filippo Brunelleschi e destinate alla porta nord del Battistero di Firenze, alla sintesi di fede cristiana, ideali umanistici, realismo e verità psicologica della scultura di Donatello; dalla ripresa del monumento equestre a partire dal Marco Aurelio a cavallo, all’invenzione della prospettiva, esemplificata soprattutto dai lavori di Masaccio, Paolo Uccello e Andrea del Castagno; dal rinnovamento del ritratto operato da Mino da Fiesole, Desiderio da Settignano e Antonio Rossellino, al bisogno di rappresentare una nuova dimensione affettiva che si esprime nei gesti delle figure proposte.

Ma l’appagamento dell’occhio non è l’unico obiettivo dell’esposizione. L’ingresso ad ogni sala presenta un’opera desunta direttamente dall’arte antica atta ad evidenziare la stretta relazione che intercorre tra l’età classica e gli esemplari moderni e facilitarne così la comprensione. A ciò si aggiunge la possibilità di toccare una copia dei materiali utilizzati dai maestri rinascimentali: legno, bronzo, marmo, terracotta e terracotta invetriata si prestano a sensazioni tattili normalmente trascurate e offrono una percezione multisensoriale.

L. Ghiberti, Il Sacrificio di Isacco, 1401
L. Ghiberti, Il Sacrificio di Isacco, 1401

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F. Brunelleschi, Il Sacrificio di Isacco, 1401

La primavera del Rinascimento. La scultura e le arti a Firenze 1400-1460

Firenze, Palazzo Strozzi 23 marzo-18 agosto 2013

Parigi, Musée du Louvre 26 settembre 2013-6 gennaio 2014

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Written by Martina Pastura

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