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Vita 2.0: SOCIALmente aSOCIALi

... quando SOCIAL era innamorarsi al ballo della scuola...
Pochi sicuramente avranno avuto a che fare con l’americanissimo ballo della scuola che abbiamo modo di vedere in un po’ tutte le commedie americane.
Si parte dal 1955 con il famoso “Incanto sotto il mare” di Ritorno al futuro; poi John Travolta e Olivia Newton John coi loro brillantinosi e superleccati balletti formavano improbabili coppie di tamarri con il vizio delle gare di Hot-Road nel buon vecchio masterpiece GREASE.
E perchè non ricordare l’innamoramento quasi patetico e ai limiti dell’assurdo di Drew Barrymore nel “Mai stata baciata” o le incredibili peripezie sessuali dei ragazzi del band camp di American Pie? E di esempi ce ne possono essere migliaia o forse milioni di altri…
... quando SOCIAL era innamorarsi al ballo della scuola...
… quando SOCIAL era innamorarsi al ballo della scuola…
In tutti i casi esaminati ci troviamo di fronte ad amori nati e cresciuti sul campo. A parte la scenetta in webcam del pischello Jimmy di American Pie, in nessuno degli altri casi ci troviamo di fronte ad amori virtuali, incontri via facebook, chattate via whatsapp, selfie via instagram e… perchè no, pomiciatine via badoo!
Eh sì, in principio fu il ballo della scuola, che nonostante americanata, coniava storie d’amore da “e vissero tutti felici e contenti” con estrema tenerezza. Del doman non v’è certezza (scusate la rima), ma fino alla scritta FINE tutto amore e bacetti, quasi insulinici. E niente emoticons. Da queste parti il ballo della scuola, comunque, forse non esiste e non è mai esistito. Ma di occasioni ce ne sono tante, come potrebbe essere la gita di terza media o del quarto anno di liceo.
Il romanticismo del caso viene quindi incrinato dai tempi moderni, dalle conoscenze virtuali, dalle chat via messenger, dalle videochiamate via Skype e così via. Ma tutto questo ci aiuta ad avere una vita sociale adeguata? Esaminiamo caso per caso…
La famosa doppia spunta di Whatsapp, l’ultimo accesso e i profili patetici hanno rovinato più amori e amicizie che il “cogliere in flagrante” il partner nell’auto del migliore amico, o chiusi in un’aula remota di scuola. Almeno lì poteva finire bene. Oppure male, in rissa, ma quanto meno faceva più scena. E invece no, ora si finisce direttamente dall’avvocato, con la consapevolezza di rimanere a bocca asciutta, visto che questi bei tradimenti virtuali costano cari e, per lo più, lasciano l’amaro, visto che l’amante via messaggino, nella maggior parte dei casi, non ha il benchè minimo interesse nei confronti dell’audace interlocutore. You’ve been friendzoned, my friend; e ti sei giocato moglie, figli e portafogli…
Mah... credevo di essere tanto figo in questa foto... e invece sembro...
Mah… credevo di essere tanto figo in questa foto… e invece sembro…
Badoo… chi se lo ricorda? sempre attivo, ormai è un gemello del legalizzato meetic. Un sito di incontri, niente di più. Peccato che nel 95% dei casi i profili fossero degli squallidi fake. Tette in mostra e un po’ di pelo a vista (perdonate se trascendo – ovviamente mi fermo qui), aggiungi che la buona Erika da Firenze mi ha votato 9/10, LE PIACCIO! che bello, sono amico su badoo. Chissà perchè a me… inizia la chat. Chiacchierata a gogo fino a notte fonda, di webcam nemmeno l’ombra… “vuoi vedere le mie foto un po’ più osè?” perchè no? “allora dammi il tuo numero di carta di credito”… Ecco perchè Laura di Firenze ha messo 9/10 sulla mia foto in cui più che un grande uomo di affari sembro Steve Arkel. Me lo dovevo immaginare. Comunque si notava subito su quella foto in giardino seduta in costume da bagno, a cavalcioni sul punchball, che più che Gavinana sembrava il sud della California… Per fortuna ormai l’arcano si è scoperto, quindi chi va su badoo ormai ha le idee ben chiare. Di sicuro non va lì a scrivere poesie e dediche al proprio interlocutore.
Oltre che un vero e proprio distacco dalla realtà, la chat di Facebook può nuocere gravemente ... al portafogli!
Oltre che un vero e proprio distacco dalla realtà, la chat di Facebook può nuocere gravemente … al portafogli!
Il re di questo giochino, però, è FACEBOOK, indubbiamente. Di profili fake ne nascono in media centinaia al giorno. Lo scopo più chiaro è incastrare qualche incauto utente che ha voglia di amicizia, anche un po’ più hot del classico “ti voglio bene”, ma magari un po’ più imbranatello e meno scafato dal vivo. Il meccanismo è semplicissimo: un malcapitato adolescente, in media tra i 17 e i 22 anni cerca (o viene cercato da) qualche profilo più piccantello. Alla fine basta poco: una foto un po’ più provocante, un audace costume da bagno, qualche immagine qua e là postata al solo scopo di far vedere che “non mi sono iscritta ieri” e… tac, la richiesta di amicizia non tarda a partire o arrivare. Nemmeno il tempo ad arrivare al terzo mi piace reciproco che arriva la notifica della chat. La primissima avvisaglia è il fatto che questa splendida modella a cui piacciono tutte le nostre pose – comprese quelle in cui sembriamo il Chiodaroli tutto infarinato di Colorado che grida PIERAAAAA – parla in un italiano molto poco italiano. Mette insieme frasi del tipo “come sta la tua giornata” “che foto carina sei fatto” e dopo un po’ insiste per avere il tuo contatto di Skype… vuol farsi vedere, che bello! C’era un vecchio adagio che parlava di carri di buoi, non me lo ricordo ora – o forse ho fatto apposta per i lettori a rimuoverlo, via… – ma in conclusione, la bellezza la fa da padrone. E il malcapitato giovanotto, così sicuro di passare una tranquilla serata godereccia, prende una cantonata colossale. La tizia (o presunta tale) che ha ripreso per intero lo striptease, è pronta ad usare video e scatti rubati, nel più semplice benchè peggiore dei modi: vuole soldi, altrimenti inoltrerà tutto quanto catturato ad amici, parenti e conoscenti. E per evitare la figuraccia con i compagni di scuola, la zia Romina o lo zio Tommaso, che tra l’altro figurano fieramente tra gli amici di facebook, il malcapitato giovanotto è costretto a sottostare all’estorsione. E addio playstation e computer nuovi…
C’è da aggiungere un plauso alla trasmissione televisiva LE IENE, che per quest’ultima, poco simpatica, truffa informatica, ha creato un servizio e stilato un vademecum, al fine di evitare disavventure poco piacevolmente onerose. Ma in realtà basterebbe quello che nel dialetto abruzzese viene chiamato “usimo”, un po’ di cervello, per capire che dietro determinate situazioni si può nascondere tutto tranne che un lieto fine.
Social o aSocial? Socialmente aSociali, si potrebbe tranquillamente affermare. Già perchè, nonostante trecento numeri in rubrica, settecentoventidue amici su facebook e altri collegamenti vari ed eventuali, si rischia di rimanere al palo per l’happy hour del sabato sera o per la pizzata del weekend. Sempre meglio coltivarne pochi ma buoni. In fondo quel che distingue le due cose è il suono del citofono. Se squilla più quello della notifica chat di facebook, possiamo stare sereni. Altrimenti saremo ricapitati in un mondo sempre più ricco di amici fantasma, ma alle feste comandate rimarremo soli e tristi mentre gli amici “quelli veri” saranno in buona compagnia a bere una birra, scambiarsi regali o a fare un viaggetto. E’ una questione semplice, bisogna solo imparare a stare un po’ più al mondo. E fare il possibile e l’impossibile per socializzare quanto più possibile nella vita reale, anche con quel collega saputello che vuole sempre prevaricare e mettersi in mostra davanti al titolare, o quell’antipatico di Ivano, che è sempre a ridere e scherzare con Laura, la tipa che ti piace. Non è mai detto che possa esserci simpatia reciproca tra le persone, ma se non proviamo a sfondare quella campana di vetro dentro la quale ci rifugiamo, non ci sarà mai vita con la V maiuscola. Solo un surrogato, ma quello lasciamolo a Matrix. Noi andiamo alla scampagnata coi colleghi simpatici e antipatici sabato. Socializziamo. Chissà che non riusciremo a strappare un sorriso e fare quattro chiacchiere con Laura, che aprirà gli occhi e si accorgerà di quanto è sbruffone Ivano…

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