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Spinazzola: “Fonseca ci trasmette equilibrio. Vincere e avere un bel gioco fa stare più sereni”

Le parole del terzino del club capitolino nel corso dell’appuntamento con #ASK

Spinazzola presentazione Trigoria

Leonardo Spinazzola, terzino giallorosso a partire dalla stagione 2019/2020, è intervenuto in diretta su RomaTV per rispondere alle domande dei tifosi nel corso del consueto appuntamento con #ASK. Di seguito le parole di Spinazzola.

Se questo buon umore che si percepisce in città per l’andamento della Roma è contagioso anche per la squadra?
Beh è normale che le vittorie portino serenità però si deve sempre rimanere sul pezzo altrimenti è un attimo che cadi giù, basta che molli dal punto di vista della mentalità e dell’atteggiamento e torni a fare una vittoria e un pareggio e via così. Ci vuole sempre equilibrio, il Mister è da luglio che ce lo ripete. Penso sia uno degli uomini più equilibrati che conosco e spera che possa contagiarci con la sua mentalità: vuole che lo percepiamo e ci dice che senza equilibrio non si va da nessuna parte, per questo il giorno dopo una sconfitta devi pensare le stesse cose del giorno successivo a una vittoria. Si parla sempre di una linea sottile tra vittoria e sconfitta. Se vinci è c’è il gioco sei più sereno, se perdi e c’è il gioco pensi che puoi continuare così perché prima o poi tornerà il risultato positivo. Se invece manca il carattere e l’atteggiamento quello è un segnale di allarme.

Come mi trovo con la squadra?
Benissimo. Tanti ragazzi già li conoscevo per la Nazionale ma ho avuto modo di conoscere anche gli altri e sono tutti bravi ragazzi. Siamo tanti giovani ma ci sono anche i più esperti come Kolarov e sono tutti giovani dentro.

Che tipo di musica ascoltiamo negli spogliatoi e chi sono i Dj della squadra?
Kluivert e Juan Jesus, si sente spesso latino americana e hip-hop. A tratti metto capelli da rapper ma sento anche canzoni italiane. Vario molto. Gruppi rock? I Queen anche se non è il mio genere.

Favorevole o contrario al VAR?
Favorevole ma non eccessivamente, aiuta in certe situazioni, come il fuorigioco ma per le situazioni come i falli di mano è complicato: è impossibile andare a difendere in aerea con le mani dietro: non saresti un difensore e non potresti fare certi movimenti. Certo se la prendi col braccio largo ci sta però non è possibile giocare se la tocchi col mignolo ed è subito rigore.

Se sono a mio agio con la filosofia tattica di Fonseca?
Sì mi trovo benissimo. Noi terzini siamo tutti terzini con gamba e il fatto di attaccare ci viene bene, da Kolarov, a Florenzi, Santon e Zappacosta anche se purtroppo ora si è fermato per infortunio. Il gioco del Mister ci è piaciuto subito. Per me anche contro il Genoa non eravamo squilibrati tatticamente, serve solo coraggio e penso che sia stata un’ottima partita, dopo il tecnico ha voluto correggere delle posizioni e adesso siamo più tranquilli anche in fase difensiva ma alla fine facciamo le stesse cose considerando che sia che Kolarov saliamo. Adesso poi c’è Mancini che c’è dà equilibrio e può abbassarsi sulla linea dei difensori.

Se l’idea di avere un difensore tra i mediani ci fa stare più tranquilli in qualità di terzini quando si tratta di avanzare?
Più giochi più prendi confidenza e ti vengono automatiche le cose che chiede il Mister. Le posizioni degli esterni non sono da esterni puri, larghi sulla linea, devono saper stare dentro, girarsi bene, stare in una posizione non comodissima per un esterno perché giochi spalle alla porta con l’uomo dietro e all’inizio potresti riscontrare qualche difficoltà. Dipende anche dalle caratteristiche del giocatore poi.

Quanti tatuaggi ho?
Due. Uno grande e uno piccolo con mia moglie. Ha a che fare con famiglia e fortuna, ha tutto un significato.

Se mi ha sorpreso il rendimento di Mancini come centrocampista?
No. Stiamo insieme tutti i giorni e non pensavo che corresse così tanto ma sapevo delle sue qualità. Fisicamente è un animale e anche tecnicamente è molto pulito, con la testa alta. Gianluca è forte, l’ho sempre detto. Sai che da difensore è quello che è e magari non ti aspetti che da centrocampista sappia impostare, fare i pallonetti e tutto il resto che abbiamo visto.

Cosa penso dei casi come quelli visti a Verona contro Balotelli?
Penso che sia una vergogna che mi si chieda ancora una cosa così: siamo nel 2020 è assurdo che si sentano queste cose. Chi sbaglia deve pagare, non tutta la curva, solo i colpevoli. Ci sono tutti gli strumenti possibili per penalizzare chi sbaglia e non i padri di famiglia e i bambini che vanno a tifare. Facendo così penso che la smetteranno.

Quale maglia della Roma mi piace di più quest’anno?
La rossa classica. La blu però a sua volta è molto bella. All’inizio c’era un po’ di scetticismo ma è davvero bella. Il podio è rossa, blu e bianca.

Piatto romano preferito?
Amatriciana. Poi cacio e pepe. Mia madre mi faceva sempre l’amatriciana e quindi voto quella.

Come mi trovo in città e se ci sono zone che preferisco?
Roma è una delle città più belle del mondo ed è risaputo. All’inizio mi sono trovato un po’ spaesato per il traffico, ora però conosco orari e strade per arrivare in orario a Trigoria. Vengo da Foligno e poi sono stato a Bergamo e Torino quindi sempre più piccole di Roma. Il primo mese stavo spesso in mezzo al traffico e pensavo che con un’ora e mezzo sarei arrivato a Foligno.

Se la canzone “Gente di Foligno” mi fa ridere e mi piace?
Sì a me sì. L’ho cantata anche il primo giorno che sono arrivato qui, a tavola, una sorta di rito di iniziazione. Florenzi me la cantava ogni volta che mi vedeva quini l’ho fatto anche io a mia volta.

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Written by Veronica Sgaramella

Nata a Roma nel Luglio 1990, laureata in Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione presso La Sapienza. Coordinatrice, redattrice e inviata di Yepper Magazine, precedentemente redattrice per Vocegiallorossa, poi collaboratrice e speaker @ 1927 On Air - la storia continua, in onda su Centro Suono Sport. Opinionista periodica sportiva a Gold TV. Ora co-conduttrice di Frequenze Giallorosse (ReteneTVision). SocialMente attiva, amo leggere, viaggiare e immortalare attimi.

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