in

La soap opera della politica italiana

Non so voi, ma osservando gli avvenimenti politici degli ultimi mesi, l’unica cosa che ho ottenuto è un gran mal di testa. Un’emicrania fulminante, come quella che deve aver colpito i dirigenti del Pd subito dopo aver scoperto che, malgrado tutte le previsioni e le analisi della vigilia, non avevano vinto le elezioni. Questo però non era il vero problema. Il vero problema è che pur avendo perso toccava comunque al Pd dettare le linee guide istituzionali per comporre un quadro politico in grado di formare una maggioranza che appoggiasse un governo. Ora, tutti sanno che dalle elezioni politiche del  febbraio 2013 sono usciti tre tipologie di elettori: quelli che votano il Pdl perchè il loro leader è carismatico e perseguitato; quelli che votano Pd perchè il nonno era partigiano o perchè Bersani ha comunque una faccia rassicurante; e quelli che hanno votato il Movimento  Cinque Stelle perchè si sono un po’ tediati (parafrasando molto) di entrambi gli schieramenti. Non essendoci stato un vero vincitore ma una situazione di stallo, è venuta fuori la proverbiale fantasia che contraddistingue il popolo italiano: il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è stato bendato e ha pescato in un’urna infuocata dodici nomi che dovevano dare le risposte alla grave crisi di sistema che la politica italiana stava attraversando, dal momento che il M5S non aveva voglia di sedersi ad un tavolo della trattative con Bersani neanche per prendere una birra, figuriamoci per formare un maggioranza. Peccato che il numero dei “saggi” (cosi sono stati ribattezzati) sia stato ridotto a dieci dal momento che Mario Balotelli aveva già altri impegni calcistici e Max Pezzali era impegnato alla registrazione del nuovo album. Strano che le elezioni del capo dello stato siano state un tantino caotiche, visto il momento tranquillo che le istituzioni italiane stavano attraversando, vero?

Infatti, dopo che il Pd non è stato in grado di eleggere neanche il fondatore del Pd stesso, Romano Prodi,  e dopo che i “franchi tiratori” (figure mitologiche simili a cavalieri medioevali che corrono nella vegetazione brandendo archi e frecce alla caccia di papabili Presidenti della Repubblica da eliminare) hanno impallinato qualche nome non molto gradito ad alcune correnti interne al partito, è arrivato il nome nuovo: Giorgio Napolitano. E’ un po’ come se due amici si incontrassero e cominciassero a scambiarsi opinioni musicali:

– “Allora? scoperto qualche gruppo nuovo?”
– “Si, c’e’ sto Johann Sebastian Bach che fa musica da paura!Veramente innovativo!Veramente avanti!”

Quindi il neo Presidente della Repubblica, con aria abbastanza scocciata perchè già si pregustava un pò di meritato riposo dopo il marasma dei mesi precedenti, ha invitato tutti i partiti ad auto fustigarsi e a mettersi una mano sul cuore per formare un accidenti di governo il prima possibile. Il risultato? Bhe, i media italiani si sono sbizzarriti con le definizioni: “governo del Presidente”, “governissimo” sono state le più gettonate.

Il resto è storia recente. Dopo due mesi di intermezzo musicale Enrico Letta è stato messo a fare il Presidente del Consiglio dei Ministri, il 28 aprile,  per dare le risposte che il popolo italiano si aspetta da tempo: riforma del mercato del lavoro (su pressione dei sindacati), abolizione dell’Imu e di Equitalia (da parte del Pdl) e abolizione del televoto nei talent show (su pressione del Movimento cinque Stelle, che preferirebbe la reintroduzione dell’applausometro). Al momento nessuno di questi decreti di estrema urgenza è stato adottato, anche se recentemente il Governo è al lavoro sul “decreto del fare”, che sarà presentato alle Camere.

In tutto ciò il Movimento Cinque Stelle cosa ha fatto? Da parte mia c’e’ una certa reticenza a parlare del M5S in quanto ho paura di trovarmi una testa di cavallo nel letto. Ma voglio correre il rischio. Essendo uscito dalle elezioni politiche come il partito più popolare del pianeta e dopo aver avuto un consistente numero di rappresentati sia al Senato della Repubblica si alla Camera dei Deputati, il Movimento guidato Gandalf il grigio ha deciso di aspettare che i partiti si tirassero la zappa sui piedi (auto-eliminandosi)  per poi colpire di rimessa. In verità i partiti sono abbastanza coriacei e pur di non morire preferiscono coalizzarsi in fantasiose maggioranze, come la cronaca dei mesi passati ha dimostrato. Gandalf, convinto che chi ha votato il M5S avesse letto e analizzato tutto il programma, ha deciso di tenere duro e non appoggiare con i suoi numeri un Governo di minoranza guidato da Bersani. Dopo questa estrema delusione il segretario del Partito Democratico ha deciso di ritirarsi in convento per pregare insieme a Joseph Ratzinger, lasciando il suo posto di segretario a Guglielmo Epifani. E chi, all’interno del M5S, non è stato convinto di questa scelta, ovvero quella di non dialogare con il Pd è stato,  in modo democratico, attraverso la famigerata democrazia del web , diciamo, trombato. Nel senso che è stato a mandato con molta gentilezza ed eleganza a suonare la tromba nel Gruppo Misto.

Sicuramente qualche passaggio mi è sfuggito ma credo di essere giustificato visto il gran numero di avvenimenti successi negli ultimi mesi. Qualcosa mi dice che la mia cronologia è parziale e forse non esattamente aderente alla realtà. Ma provate voi a ricostruire i mesi passati con il mal di testa che mi attanaglia dal giorno del voto!

What do you think?

Written by Biagio Vavalà

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

GIPHY App Key not set. Please check settings

2 Comments

Città da (ri)scoprire: Populonia

Parmigiana di melanzane estiva