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Assumiamoci le nostre responsabilità: alle provocazioni si risponde con i fatti.

Disfatta nella disfatta? No, abbiamo perso solo sul rettangolo verde. Dopo la pessima prestazione offerta dai nostri ragazzi, il risveglio odierno è ancor più amaro. Amarissimo se consideriamo che la nostra amata non è nemmeno scesa in campo. E’ ingiusto, quindi, continuare a rimarcare le provocazioni più di quanto il campo abbia sentenziato. Attenzione, non voglio sminuire quanto accaduto ad Avellino fuori dal rettangolo di gioco. Ma è bene prendere coscienza delle nostre gravi responsabilità, accantonando per un attimo quanto accaduto tra spogliatoi, tribune e provocazioni sui social.
COLPA NOSTRA. Durante la ricognizione sul terreno di gioco, pare che tale Antonio Zito si sia reso protagonista di un gesto che di sportivo e attinente alla gara non ha nulla, gettando dell’acqua ai nostri ragazzi. Ebbene, perchè dei professionisti seri, come i nostri beniamini, hanno ceduto a tale provocazione?. Che senso ha replicare ad un gesto così infantile, tentando lo scontro fisico?. Le risposte opportune dovevano arrivare sul rettangolo verde, senza replicare a tale gesto, che connota perfettamente l’uomo Zito, e mettendo, durante i 90′ di gioco, tutto l’ardore e la rabbia agonistica possibile per replicare a dovere e zittire il “Partenio”. Ed invece, in questo aspetto, il Bari è colpevolmente e clamorosamente mancato.
Assumiamoci le nostre responsabilità anche per quanto visto, non visto, in campo. Queste partite vanno aggredite dal primo secondo di gioco. Vedere un Bari così timido e rinunciatario fa rabbia. Molli su ogni pallone, sconfitti in ogni contrasto e senza mordente. E pensare che ieri gli irpini l’hanno vinta sui nervi e sulla determinazione, fa ancora più rabbia. Quella stessa rabbia che, credo, ci avrebbe consentito di uscire dal “Partenio” con dei punti preziosi per la nostra classifica. E guai ad esaltarsi per lo sviluppo dei secondi 45′. Perchè è l’Avellino ad aver abbassato il baricentro, non noi ad averli schiacciati nella loro metà campo. Un atteggiamento, quello degli irpini, condivisibile: trincerarsi nella loro metà campo alla difesa dei tre punti. Ingenui noi a non spingere sul piede dell’acceleratore e a continuare nella sagra degli errori, orrori, alla continua ricerca del dribbling o di virtuosismi che, in una partita del genere, non hanno ragione d’esservi.
Assumiamoci le nostre responsabilità, caro mister, perchè gli irpini sulla mediana ci hanno sovrastato e l’hanno vinta lì. Sempre in superiorità numerica loro. Sempre in affanno noi. Era così difficile schierare un un centrocampo fisico e con un uomo in più, sacrificando uno dei tre d’avanti? Avevamo bisogno di un supporto maggiore in fase d’interdizione. Era indispensabile l’impiego di uomini di rottura e di gamba come Romizi e Defendi, non affidarsi all’estro e i personalismi di Bellomo o l’affannato Schiattarella.
Dunque, facciamoci un esame di coscienza, prima di lasciare spazio alle provocazioni. Per il contorno, spero, saranno gli organi competenti a giudicare. Gli eventi extra-campo lasciano il tempo che trovano. E lasciamoci alle spalle in fretta questa, ennesima, brutta prestazione, con la consapevolezza che a questo Bari serva ben altro per poter spiccare il volo.

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Written by Alberto Stasi

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Perdere così no. Atteggiamento, disposizione tattica, attributi: assenti ingiustificati. Meritiamo di più.

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