Catania, In occasione del 40° anniversario dell’assassinio del Maresciallo Maggiore “Aiutante” Alfredo Agosta, Medaglia d’Oro al Valore dell’Arma dei Carabinieri alla memoria, oggi, dopo la scopertura di una targa commemorativa a Catania, proprio all’incrocio dove trovò la morte per mano dei suoi sicari, si è svolta la cerimonia di intitolazione della caserma che ospita la Stazione Carabinieri di Catania Nesima.
Erano presenti il Comandante Interregionale Carabinieri “Culqualber”, Generale di Corpo d’Armata Riccardo Galletta, i familiari del militare caduto, autorità civili, militari e religiose della provincia.
Nella circostanza, il Comandante Provinciale di Catania, Colonnello Rino Coppola ha ricordato come il gesto del Maresciallo Agosta abbia tracciato la strada per il progressivo affrancamento della collettività catanese dal giogo mafioso continuando ad ispirare l’agire dei Carabinieri.
ll Generale Gelletta, manifestando la strettissima vicinanza dell’Arma ai familiari del caduto, ha indicato il suo sacrificio come esempio di quell’oscuro quotidiano eroismo della rettitudine che contraddistingue gli appartenenti alla Benemerita.
La cerimonia è stata particolarmente sentita dalla cittadinanza intervenuta numerosa, anche con una nutrita rappresentanza delle scolaresche degli Istituti comprensivi “Vittorino da Feltre”, ”Francesco Petrarca”, della scuola internazionale dell’infanzia “Betsy School”, nonché degli studenti dell’Istituto alberghiero K. Woijtyla”.
Immancabilmente presente anche l’Associazione Nazionale Carabinieri, che ha partecipato con l’Ispettore Regionale e le Sezioni provinciali, oltre a rappresentanze delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma.
La sera del 18 marzo 1982 erano da poco trascorse le 19 e il Maresciallo Agosta, arruolato nell’Arma il 31 maggio del 1952 ed all’epoca in servizio al Nucleo di Polizia Giudiziaria di Catania, si trovava all’interno di un bar in compagnia di un soggetto “di interesse operativo”.
L’uomo era un esponente di spicco della criminalità locale e il Maresciallo da questi, solitamente, acquisiva informazioni in forma “confidenziale”.
All’improvviso nel locale fece irruzione un soggetto travisato e armato di fucile a canne mozze, con il preciso intento di assassinare l’interlocutore del Maresciallo.
Il Sottufficiale, nell’istintivo e coraggioso tentativo di reagire, venne colpito mortalmente dai colpi sparati dal killer che fece fuoco anche contro di lui per annullarne l’azione di contrasto e procedere all’assassinio della vittima designata, “finita” poi con numerosi colpi di arma da fuoco esplosi da un secondo malvivente entrato subito dopo.
Compiuta la loro missione di morte, gli aggressori si diedero alla fuga facendo perdere le proprie tracce.
Questa la motivazione della Medaglia d’oro al Valore dell’Arma dei Carabinieri “alla Memoria” concessagli: “Con eccezionale sprezzo del pericolo, non esitava ad affrontare due pericolosi malviventi armati di fucile e di mitragliatore, che si erano resi autori dell’omicidio di un pregiudicato, venendo a sua volta colpito mortalmente nel corso della sparatoria. Chiaro esempio di elette virtù militari e altissimo senso del dovere. Catania, 18 marzo 1982.“
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