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Mediterraneo. il Canale di Suez rappresenta sempre il punto nevralgico dei traffici marittimi. Rapporto Centro Studi di Gruppo Intesa Sanpaolo: 9-10% del commercio internazionale del globo utilizza questa grande via di passaggio

Napoli. Il trasporto marittimo è ancora protagonista degli scambi commerciali mondiali con una crescita che, pur in rallentamento, supera il +3% e previsioni positive fino al 2023.

Una nave portacontainer solca le acque del Mediterraneo

Il dato è stato reso noto, oggi a Napoli, nel corso della presentazione del 6° rapporto annuale “Italian Maritime Economy”, dal titolo “Nuovi scenari nel Mediterraneo: Suez e la Cina, le strategie dei grandi carrier, le nuove tecnologie e le rotte dell’energia”, curato da SRM (centro studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo).

Nella ricerca è stato evidenziato come aumentino i traffici container su tutte le rotte (60% del valore complessivo degli scambi marittimi). 

Intanto la “Trade War” che vede coinvolte Usa e Cina inizia a manifestare i suoi effetti.

E come effetto di questa guerra tra Stati Uniti e Cina, le esportazioni containerizzate totali dalla Cina verso gli Stati Uniti sono diminuite dell’8,2% nel I° trimestre del 2019.

I volumi hanno rallentato considerevolmente dopo il boom della fine dello scorso anno quando le merci sono state caricate in anticipo sulle navi per ovviare all’aumento delle tariffe previsto, facendo così registrare un +19,1% nel 4° trimestre del 2018;

Le stime, evidenziate dal rapporto, dicono che un’ulteriore escalation della Trade War tra USA e Cina, compresa la potenziale imposizione di nuove tariffe su circa 300 miliardi di dollari delle esportazioni cinesi verso gli Stati Uniti entro la fine del 2019, potrebbe comportare una riduzione dei volumi transpacifici in direzione Est di un ulteriore 8%.

Intanto, si registra un rallentamento della crescita del commercio marittimo nel 2018, rilevando un +3,1% sull’anno precedente;. Nel 2017 la crescita fu più sostenuta: +4,2%. Gli scambi hanno toccato 10,7 miliardi di tonnellate. 

In linea con l’andamento del trasporto marittimo complessivo, l’Asia domina l’attività di movimentazione di container, rappresentando quasi i due terzi del throughput globale. Circa 240 milioni di TEU (sui 752,2 milioni movimentati nel mondo) sono stati registrati in Cina, Hong Kong e Taiwan.

Nel complesso, le previsioni per il commercio marittimo sono positive, con un tasso di crescita media annuale del 3,8% tra il 2019 e il 2023 (tra il 2005 e il 2017 è aumentato ad un tasso medio del 3,5%).

Per quanto riguarda le merci trasportate, poco meno del 30% riguarda le rinfuse liquide, quali gas, greggio e derivati del petrolio (nel 1995 tale quota era del 44%), il 53,5% è costituito da rinfuse solide e il 17% è inerente il trasporto su navi container (quota più che raddoppiata rispetto al 1995).

Sono in crescita i commerci delle cosiddette economie emergenti, le quali continuano a rappresentare la parte più significativa del trasporto marittimo, in particolare l’Asia rappresenta il 42% dell’export e il 61% dell’import. La quota del trasporto dei container, in tonnellate, è passata dall’8% del 1995 al 17% del 2017.

Mentre in termini di valore, questo segmento pesa molto di più perché vale il 60% del commercio marittimo globale, che nel 2017 è stato pari a circa 12 trilioni di dollari.

Le previsioni UNCTAD (United Nations Conference on Trade and Development) spiegano che i container saranno il segmento che nel quinquennio 2018-2023 registreranno una crescita maggiore: +6,4% rispetto al 3% medio del trasporto marittimo complessivo.

Altri analisti di settore stimano che nel 2019 il trasporto containerizzato aumenterà in misura più moderata, del 4%. Si tratta comunque di una crescita importante perché corrisponde a circa 30 milioni di TEU aggiuntivi a livello globale.

Il rapporto poi segnala come la crescita degli scambi in container si sia rafforzata su tutte le principali rotte commerciali Est-Ovest, ovvero l’Asia- Europa, la Trans-Pacifica e la Transatlantica.

Complessivamente, la Transpacifica è rimasta la più trafficata, con volumi totali che raggiungono 27,6 milioni di TEU, seguiti da 24,7 milioni di TEU sulla rotta Asia- Europa e 8,1 milioni di TEU sulla rotta transatlantica. I volumi sulla rotta transpacifica sono aumentati del 3,8%, quelli sulla rotta transatlantica (in direzione est e ovest) sono cresciuti del 6,6%, mentre i flussi sulla Asia-Europa in entrambe le direzioni, del 2,9%.

Viene segnalato in crescita il ruolo del Mediterraneo. Il Mare Nostrum rappresenta ancora una via privilegiata di transito per i traffici containerizzati concentrando il 27% dei 487 servizi di linea mondiali. Inoltre, è un’area molto significativa anche per i traffici a corto raggio, in direzione Nord Sud in particolare in modalità Ro-Ro.

Il Canale di Suez si conferma uno snodo strategico per i traffici marittimi mondiali mercantili. Il 9-10% del commercio internazionale del globo utilizza questa grande via di passaggio.

La crescita delle merci in transito registra valori importanti, confermata anche nel 2018, anno in cui è stato segnato il doppio record, in termini di numero di navi (oltre 18 mila, +3,6%) e di cargo trasportato (983,4 milioni di tonnellate +8,2%).

Il nuovo record è stato stabilito grazie alle merci sulle navi in direzione da Nord verso Sud, che sono ammontate a 524,6 milioni di tonnellate (+9,8%), mentre da Sud a Nord, che si sono attestate a 458,8 milioni di tonnellate (+6,6%). 

Grazie all’allargamento, nel 2018 la dimensione media delle navi che hanno attraversato il Canale è cresciuta del 12% (le navi container del 24%) rispetto al 2014 (l’anno precedente l’espansione), evidenziando che la nuova infrastruttura sta assecondando le esigenze del gigantismo, fenomeno che riguarda tutte le tipologie di naviglio.

Il 2019 sta confermando queste tendenze. Nei primi 5 mesi dell’anno il Canale è stato attraversato da un totale di oltre 7.600 navi, con un incremento del +5,2% sullo stesso periodo del 2018. Esse hanno trasportato circa 420 milioni di tonnellate di merci: +7,4% sul 2018.

Il Canale di Suez si conferma la terza rotta al mondo per il trasporto di petrolio e gas naturale che partono dal Golfo verso l’Europa e il Nord America. Queste due rotte rappresentano circa il 9% del commercio mondiale di petrolio via mare. Nel 2018, il petrolio greggio (compresi i prodotti derivati) e il GNL rappresentano rispettivamente il 24% e 3% delle merci transitate.

Il Canale di Suez cresce nel traffico marittimo

Secondo il dossier presentato oggi l’andamento dei traffici mostra, inoltre, che il raddoppio del Canale sta gradualmente cambiando gli assetti mondiali del trasporto marittimo soprattutto lungo la rotta Est-Ovest.

Negli ultimi 11 anni il traffico dal Sud Est Asiatico verso il Mediterraneo è aumentato del 37%, dato che va letto insieme alla crescita del traffico da e verso il Golfo (+77%).

Secondo il Liner Shipping Connectivity Index dell’UNCTAD gli scali del Sud Mediterraneo (Nordafrica e Turchia) dal 2004 ad oggi hanno notevolmente ridotto il gap competitivo con i porti del Nord Mediterraneo. L’indicatore riporta un divario che nel 2004 era appunto di 26 punti ed oggi solo di 8.

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