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"Pretendiamo scuse pubbliche dall'Europa"

“Valuteremo, se si renderà necessario, la chiusura dell’ambasciata degli Stati Uniti in Bolivia. Non abbiamo bisogno di una ambasciata degli Stati Uniti”.

Suonano un po’ stonate le parole pronunciate da Evo Morales, tuttavia sono la conseguenza della disavventura accaduta al presidente boliviano.

Infatti al velivolo del presidente Morales, partito da Mosca, è stato chiuso temporaneamente lo spazio aereo di alcuni paesi europei a causa del sospetto della presenza a bordo dell’ ex consulente informatico americano Edward Snowden. Morales è stato costretto ad un ‘dirottamento’ verso Vienna, in cui è rimasto bloccato per dodici ore.

La possibilità della, potenziale, chiusura dell’ambasciata USA a La Paz è dunque causa della presunta pressione esercitata, da Washington, su quattro Paesi europei che hanno impedito il sorvolo del proprio spazio aereo.

I presidenti Rafael Correa, Nicolas Maduro, Jose Mujica, Desi Bouterse e Cristina Kirchner, riuniti a Cochabamba nel vertice dell’Unasud (Unione delle Nazioni Sudamericane), hanno fatto quadrato intorno a Morale esprimendo sostegno al Presidente.

“L’offesa” subita da Morales in Europa è stata definita una sorta di affronto personale che costituisce una aggressione per tutta l’America Latina. “Pretendiamo dai governi di Francia, Spagna, Portogallo e Italia adeguate scuse pubbliche in relazione ai gravi fatti che si sono verificati”, recita una nota delle nazioni sudamericane, seguirà una “denuncia della Bolivia all’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti dell’uomo per aver commesso una grave violazione e messo in pericolo la vita del presidente Morales”.

“L’Europa ha violato tutte le regole del gioco della coesistenza, attaccando l’immunità internazionale dovuta ai capi di Stato” tuona il presidente venezuelano Maduro, sostenendo di aver saputo da un ministro di uno dei governi europei che l’ordine di non autorizzare il sorvolo sarebbe venuto dalla Cia.

Chi è Edward Snowden: un tecnico ex dipendente della Central Intelligence Agency (CIA) che ha lavorato come consulente per la National Security Agency (NSA), prima di rivelare i dettagli dei programmi top-secret del governo americano e britannico di sorveglianza di massa.

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