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EBOLA

Mappa infezione
Un focolaio del ceppo più aggressivo del virus (ceppo Zaire) si e’ manifestato attorno al 9 febbraio in Guinea.
In appena due mesi la malattia si e’ diffusa in più di 6 distretti del Paese, raggiungendo anche la capitale Conakry che ospita più’ di un milione di abitanti.
In totale ora sono oltre 170 le persone che hanno contratto la malattia, mentre il bilancio delle vittime purtroppo si aggira a quota 100.
Si aggiunge il problema che il contagio ha varcato i confini del Paese, registrando 21 casi in Liberia di cui 10 decessi, sono invece 9 i contagi in Mali.
Misure restrittive volte alla prevenzione sono in atto alle frontiere di Senegal, Guinea Bissau, nonché nei principali aeroporti europei.
Proprio a Parigi il 4 aprile un volo della Air France, proveniente dalla capitale della Guinea, è rimasto bloccato per il timore che un passeggero avesse contratto la malattia.
Numerosi esperti, medici ed epidemiologi, sono al lavoro in Africa per scongiurare il dilagare dell’infezione.
Il vice direttore generale dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità Keiji Fukuda, ha definito l’epidemia di ebola in corso in Africa Orientale, come tra le più’ difficili da affrontare da quando il virus venne isolato quasi quarant’anni fa. La sfida sembra particolarmente difficile a causa della dispersione geografica dei casi, molto distanti tra loro e dal fatto che il contagio abbia raggiunto una città grande come Conakry, dinamiche che non avendo precedenti  destano grande preoccupazione.
L’Ebola deve il suo nome a quando viene isolato per la prima volta nel 1976 a seguito della comparsa simultanea in Sudan e nei pressi del fiume Ebola (ex Zaire).Epidemia di EbolaE’ un’infezione virale acuta grave a cui ad oggi non c’e’ una vera cura. Può raggiungere un tasso di mortalità dell 90%.
La trasmissione avviene per contatto diretto con il sangue, fluidi corporei e tessuti di soggetti infetti sia vivi che morti. Inoltre può’ essere trasmesso da animali (scimpanzé, gorilla, scimmie, pipistrelli della frutta, quest’ultimi principali indiziati).
I sintomi iniziali spesso portano ad una errata interpretazione facendo pensare ad una febbre malarica. E’ caratterizzata dalla comparsa improvvisa di febbre, intensa debolezza, vomito, diarrea , attività renale ed epatica compromessa, e in alcuni casi  sanguinamento sia interno che esterno.
Non essendoci alcun vaccino ne alcun trattamento specifico, ai pazienti gravemente malati si applica una terapia intensiva di supporto. Le persone affette sono spesso disidratate e necessitano di reidratazione orale con soluzioni contenenti elettroliti o fluidi per via endovenosa.
Il virus dal 1976 ha ucciso 1500 persone non estinguendosi mai in quasi quarant’anni. L’epidemia più’ grave registrata fino ad oggi e’ stata quella che ha afflitto l’Uganda nel 2000 con 224 decessi.
Bisogna dire che il virus ha un periodo di incubazione che va dai 2 ai 21 giorni con una media di 7, e quindi e’ corretto pensare che il contagio in Europa sia possibile solo tramite un soggetto infetto che si sposti velocemente dal continente Africano. Valutando la distanza dalle zone colpite dall’epidemia, soltanto un portatore imbarcato su un’aereo potrebbe risultare un rischio effettivo. Dunque l’allarmismo infondato che circola in rete su un’ipotetica pandemia dovuta a clandestini infetti giunti sulle nostre coste sembra proprio non essere un problema reale.
Ad oggi una rigorosa organizzazione di controlli sanitari negli aeroporti e la collaborazione internazionale di esperti, epidemiologi e medici sono l’unica arma a disposizione contro questo terribile virus.
fonti:
www.who.int
www.treccani.it
www.esteri.it
www.aljazeera.com
www.AGI.it

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Written by Fabi

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