Quella del barbiere è una vera e propria arte. Generalmente si tende sempre più erroneamente ad associare estro e versatilità quando si tratta di capigliature femminili, essendo di media le chiome sulle quali lavorare più lunghe. In realtà, proprio dovendo occuparsi nella maggior parte dei casi di capelli più corti, il barber applica ancora più accuratezza, precisione e personalizzazione.
Basta un piccolo dettaglio, una sfumatura o poco meno di un centimetro per esaltare e valorizzare al meglio un viso, in base ai lineamenti. Proprio per tali ragioni è una figura di riferimento alla quale difficilmente si rinuncia, specie una volta trovato il Maestro in grado di soddisfare le proprie esigenze personali, in termini di look e abitudini.
Dalla testa parte tutto e dunque un aspetto curato e rifinito contribuisce a dare un immediato messaggio relativo alla propria identità, soprattutto quando si tratta di uomini. Nello specifico e nel dettaglio il barbiere è colui che si occupa di rasatura della barba e del taglio dei capelli. Fin dai tempi antichissimi ci sono stati luoghi di ritrovo e aggregazione dove svolgere tale mansioni e dunque usufruirne. E poi ancora botteghe, saloni, strade, negozi ma anche a domicilio.
Barba e capelli hanno sempre definito look ed aspetto degli uomini nel corso dei secoli, caratterizzando in particolar modo i decenni a partire dal XVI secolo in poi. Indicando, infatti, ceto sociale prima e stile nonché identità (e appartenenza), successivamente.
Ma anche prendendo in considerazione l’antica Roma è stato, fin dal principio, un ruolo importante all’interno della società: c’era la figura del “tonsor”, ovvero colui che eseguiva i compiti tipicamente affidati al barbiere. Si trattava di una persona più cara per i ricchi, effettuando il tutto in privato, e alla portata di tutti, svolgendo il lavoro all’interno della bottega (o lungo le strade) per le persone comuni e cioè meno abbienti.
Inoltre tagliare per la prima volta la barba, all’epoca dei romani, segnava un vero e proprio rito solenne (il “depositio barbae“). In altre parole un rito di iniziazione. E cosa segnava? Un passaggio importantissimo ovvero quello dalla pubertà alla giovinezza/età adulta.
Al tempo stesso andare dal barbiere ha sempre rappresentato un momento e, un luogo, nel quale prendersi cura della propria persona, “oziando” tra legittima vanità, esigenze igieniche e voglia di incontrare altre persone per confrontarsi a livello socio-culturale, o più, semplicemente, per scambiare quattro chiacchiere sentendosi a proprio agio. In poche parole: un agio tra gli agi. Per tutti.
«Hos tu otiosos vocas inter pectinem speculumque»
Dal latino:
«Chiamali oziosi questi tra il pettine e lo specchio»
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