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#Day 3: Los Angeles Clippers

Benvenuti al terzo appuntamento con la presentazione dei roster NBA. In data odierna, saranno presentati i Los Angeles Clippers (LAC) di proprietà di Steve Ballmer. Di solito tendo a non citare i GM delle varie squadre, ma la sua storia e il suo modo di essere lo rendono davvero unico ed esilarante.. Vi racconto come è diventato il propietario degli attuali Clippers. Il precedente “boss”, il miliardiario Donald Sterling, è stato accusato di razzismo dall’NBA per aver pronunciato le seguenti parole al telefono con la fidanzata: “Non voglio persone di colore alle mie partite, compreso Magic Johnson”. nba-fan-chris-paul-protest-donald-sterlingSorge a questo punto spontaneo porsi una domanda: come si fa ad essere razzisti in una lega in cui la maggior parte delle persone sono di colore, compresi i tuoi stessi giocatori? Ma anche, come si fa a non volere un uomo come Magic alle proprie partite? La storia ha dell’assurdo, soprattutto perchè le parole sono state tratte da una telefonata, trattandosi quindi di intercettazione. I giocatori dei Clippers di tutta risposta si sono presentati sul parquet durante il riscaldamento con un sopramaglia di colore rosso che coprisse il logo ed il nome della squadra.
I LAC sono così finiti in vendita e se li è portati a casa proprio Steve Ballmer. ballmerUn uomo tanto ricco quanto strano; infatti alle partite si presenta sempre con una polo di colori sgargianti e quando la squadra compie qualche giocata particolare comincia ad agitarsi e ballare come un ragazzino. Il tutto è associato ad una mancanza di senso del ritmo disarmante, che fa diventare la cosa terribilmente esilarante. Nell’imagine qui accanto potrete constatare voi stessi le mie parole trovano riscontro con la realtà.
Sorvolando su questo fatto, Ballmer ha portato tanta voglia di fare ma soprattutto la fame di vincere in quella che è da sempre stata considerata la squadra scarsa di Los Angeles, nettamente inferiore negli anni trascorsi rispetto ai cugini giallo viola. Negli ultimi anni però i confronti diretti, i risulati conseguiti e le vittorie hanno sorriso alla squadra bianco rossa. In quest’ultima stagione i Clippers hanno deciso di muoversi molto sul mercato per dare un segnale a tutte le squadre, “per il titolo quest’anno ci siamo anche noi”. Sempre stata considerata una squadra con mentalità perdente, una squadra che si affaciava ai playoffs sempre con ottime RS alle spalle ma che si concludevano puntualmente con un nulla di fatto. Lo scorso anno messi davanti ai SAS al primo turno di playoffs hanno dimostrato che hanno le capacità e i giocatori per poter vincere, ma purtroppo il loro entusiasmo si è spento al turno successivo. Doc Rivers, coach dei LAC ha scelto di riportare il talento e l’esperienza di Paul Pierce (Small Forward o Ala Piccola (SF)), già stato suo giocatore in quei Boston Celtics dei big three Pierce, Ray Allen e Kevin Garnett. L’ormai non più giovane PP, perchè così è chiamato, è al termine di una carriera illustrissima in cui si è guadagnato il rispetto di tutti i compagni ed avversari che abbia incontrato. Negli ultimi anni ha cambiato spesso squadra, passando dai Brooklyn Nets ai Washinton Wizard ma senza perdere il suo tocco e portando il suo carisma all’interno di altri spogliatoi NBA. Lo scorso anno nella capitale ha mostrato di saper fare ancora malissimo agli avversari e quando la palla pesa davvero, i tiri importanti li sa mettere eccome. Un giocatore con cuore, testa e grandi maroni.. Un giocatore di esperienza, ciò che serviva a Rivers.
Tipica squadra NBA, quella più spettacolare in assoluto che non a caso vanta il nome di “Lob City” per gli infiniti alley oop con cui le azioni si concludono. Squadra abbastanza monotona offensivamente che si affida o a Paul o al post molto statico di Griffin, che però vanta dei lunghi dotati di ottime capacità difensive in grado di stoppare più di qualche pallone che si alza in aria. Squadra che se è in grado di correre è una squadra che può fare malissimo, ma a difesa schierata ferma molto il pallone in post per Blake Griffin o nelle mani del suo play Chris Paul.
Andiamo ora alla presentazione del roster che vanta molti giocatori con molti punti nelle mani:

  • CHRIS PAUL: Playmaker (PG). Play vero se ce nè uno, il prototipo e l’ideale di play moderno. Punti nelle mani e tanti assist, un ball handling da far invidia a quasi tutta l’NBA. Un giocatore intelligentissimo dalla presenza fisica e morale in campo spaventosa, un leader importante quanto l’ossigeno per questa squadra. Un giocatore che l’anno scorso ha portato i Clippers a vincere una partita di playoffs contro i SAS tirando su una sola gamba, non in termini prettamente sportivi ma proprio perchè si era infortunato durante la partita e giocava sostanzialmente su una sola gamba. Un giocatore in grado di comparire tra uno dei primi tre quintetti NBA, la maggior parte delle volte nel primo, con continuità e costanza, anno dopo anno. Sarà ancora lui a condurre i giochi offensivi di questi Clippers, questa volta con la possibilità di avere un po’ meno minuti grazie all’ottimo cambio che il mercato ha offerto a questa squadra, sto parlando di Lance Stephenson. L’ex Playmaker/Guardia (PG/G) di Indiana Pacers e Charlotte Hornets è approdato alla corte di Doc con l’occasione di ridimersi. lance-stephenson-lebron-james-blow-earGiocatore dalle splendide doti offensive e un ottimo tiro ma troppo spesso una testa calda in grado di fare sciocchezze; emblematico il famoso soffio nell’orecchio a LeBron James nelle finali della Eastern Conference nel tentativo di innervosirlo. Gesto che persino Larry Bird, co proprietario proprio di quei Pacers ha definito totalmente al di fuori del gioco ed inutile. Un giocatore di energia soppratutto difensivamente, ma che può diventare un fattore dalla panchina solo se in grado di calmarsi.
  • BLAKE GRIFFIN: Power Forward o Ala Grande (PF). Sempre stato accostato a queste parole “sa solo schiacciare“, ha dimostrato negli ultimi anni che non è necessariamente del tutto vera questa affermazione. Giocatore dotato di eccezionali doti fisiche, in grado di saltare altissimo ma che negli ultimi anni si è costruito un tiro convincente dalla media distanza e una discreta affidabilità da dietro l’arco. Spesso è lui che si trova alla “fine dell’arcobaleno” e che conclude gli alley oop con una schiacciata sulla classica alzata di Paul. Giocatore che però anno dopo anno aggiunge qualcosa di nuovo al suo repertorio, un giocatore in grado di giocare in maniera consistente in post basso ma che ha imparato a saper scaricare con i giusti tempi. Lavoro che in termini statistici ha pagato e le dimostrazioni ne sono state le sue triple doppie lo scorso anno.
  • DEANDRE JORDAN: Centro (C). Le parole che spenderò sulle capacità di questo giocatore sono poche, preferisco concentrarmi sulla vincenda che ne ha caratterizzato l’estate su un suo possibile approdo alla corte di Mark Cuban a Dallas. Giocatore dotato di lunghe leve con cui è in grado di stoppare e raccogliere gli assist per gli alley oop, grande agonismo e ottima esplosività. Giocatore di grosso calibro in mezzo all’area che fa paura, ma non dotato spesso e volentieri di doti intellettuali particolarmente rinnomate e di buone percentuali ai tiri liberi (appena supera il 50%). Ma arriviamo ora alla parte più divertente: quest’estate Jordan era stato accostato più volte ai Dallas Mavericks e non si trattava solo di voci ma di veri e propri fatti. Infatti Cuban aveva offerto il contratto che il centro dei Clippers pretendeva e una squadra che volesse lottare con convinzione per il titolo. L’accordo c’era, mancava la firma del giocatore. Doc però non soddisfatto decise che la faccenda non si poteva concludere così, chiamò a sè Paul e Griffin ed insieme partirono per Houston dove DJ ha casa. CJatOfzW8AAwyW1Famosa la battaglia su twitter tra Paul, Griffin, Parsons e Cuban che indicavano un po’ scherzosamente come sarebbero arrivati da Jordan. I losangelini approdarono a casa del centro prima di tutti, la chiusero a chiave e misero una sedia contro la porta. Inziò una conversazione per riuscire a trattenere Jordan con i Clippers mentre il povero Cuban si aggirava per Houston chiedendo ai cittadini o chi trovasse dove risiedeva il lungo americano. La vicenda si concluse con il termine degli accordi e dei buoni rapporti tra Jordan ed il GM dei Mavericks, l’accordo e poi la successiva firma di un contratto con i Los Angles Clippers.
  • JOSH SMITH: Power Forward o Ala Grande (PF). Direttamente dagli Houston Rockets con furore, un arrivo di vitale importanza secondo la mia personale opinione, per riuscire a dare qualche minuto in più di aria a Griffin e con la possibilità di abbassare il quintetto utilizzando lui o lo stesso Griffin in posizione di centro. Considerato che sempre più l’NBA verte su un abbassamento del quintetto e la capacità di giocare cinque perimetrali con la possibilità di battere uno contro uno il proprio uomo, J-Smoove (questo il suo particolare soprannome) è sicuramente un ottimo acquisto in questa ottica. L’anno scorso ha dimostrato di non essere il giocatore che tutti ormai davano per finito con ottime prestazioni. Rivers lo ha voluto nella sua squadra con la sperenza che riesca a ripetersi.
  • JAMAL CRAWFORD: Guardia (G). Sesto uomo di una sicurezza e di un’affidabilità assoluta, un punto fermo da anni ormai in questa lega ed in particolare in questi Clippers. Giocatore in grado di lottare anno dopo anno contro chiunque per la conquista del premio come “Sixth Man of the Year” riuscendo anche a portarselo a casa qualche volta. Se non avete mai subito un crossover o uno “spezza caviglie”, Jamal sarà contentissimo di farvelo provare e credetemi che sarà un’esperienza unica. Giocatore dotato di movimenti straordinari, un controllo di palla eccezionale, un tiro molto affidabile dalla media e una sicurezza nei propri mezzi che lo rendono alle volte davvero inarrestabile. Un giocatore che si presenta quasi alla fine della sua carriera ma con il bisogno e la voglia di mettersi al dito quel benedetto anello.

Il quintetto base viene completato da JJ Redick (G), giocatore dotato di una buonissima mano che gli consente di essere molto pericoloso da dietro l’arco. Il figlio di Doc, Austin Rivers (PG) darà una mano in uscita dalla panchina.. Piccola chicca sono i 5 chili di muscoli che il ragazzo di Rivers ha preso in estate. Prima non gli davano da mangiare?
8 giocatori sono quelli che vi ho elencato, tutti in grado di viaggiare a 20 punti di media tranquillamente con più o meno facilità. L’arduo compito di riuscire ad assemblare al meglio i vari tasselli del puzzle sarà affidato a Doc Rivers e al suo staff, per riuscire a creare una squadra vincente e sempre molto concreta. Sarà il definitivo anno dei Clippers? L’anno per scacciare i fantasmi di una franchigia perdente? Una candidata al titolo lo è di sicuro, ed è impossibile non considerarla tale, ma solo la stagione regolare ci dirà se questa squadra ha effettivamente una possibilità o no.

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Written by Francesco Novello

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