C’è tanto da fare, ma l’inizio è promettente. La prima di Camplone al San Nicola coincide con il primo sorriso del 2016. Un Bari positivo e propositivo porta a casa tre punti che, a conti fatti, sono meritati. Tre punti che, guardando la classifica, possono dire poco. Ma che pesano oro per il morale di squadra e piazza. Un Bari bello a tratti e che, seppur nel finale narcisista, ha mostrato un atteggiamento tutt’altro che remissivo. Un atteggiamento convincente, ma che necessita di una miglior qualità di gioco, emersa solo a sprazzi nell’arco dei novanta minuti.
La gara di oggi, tuttavia, ha evidenziato la necessità di rinforzi. Porcari, eccetto il miracoloso intervento finale, è parso timido e poco propenso a verticalizzare il gioco. In mezzo al campo, c’è bisogno di un regista di personalità e qualità da abbinare alla corsa di Marino “sette polmoni” Defendi e al sempre più convincente Di Noia, oltre che la grinta dell’assente di oggi, Valiani. Altra impellenza (non lo scopro di certo io!) è l’acquisto di un terzino mancino di spinta. Contini, seppur monumentale in copertura nel finale, non lo è e lo si è visto, specie se paragonato alla catena di destra di oggi e la sua buona riusciuta.
Il 4-3-3, di fatto un 4-2-3-1, sdoganato da Camplone quest’oggi ha saputo esaltare il nostro potenziale offensivo a disposizione. L’accentramento di Rosina alle spalle di Maniero è la chiave del match. Ciò, infatti, ha permesso a Defendi di godere di ampie praterie sulla destra e scaricare a terra i numerosi cavalli a disposizione, creando enormi grattacapi alla retroguardia vicentina. Altro aspetto da sottolineare è la facilità con la quale si è arrivati al fondo. I due gol nascono da sortite sull’esterno: il primo, nasce da un angolo conquistato da Donkor. Il secondo, dalla perfetta pennellata di Defendi per Maniero.
La nota meno lieta, parlando di singoli, arriva da Boateng. Due chiamate da titolare con Camplone, due insufficienze. L’esterno offensivo si è mostrato tatticamente indisciplinato. Imprendibile nell’uno contro uno, svogliato nel ripiegare per dare una mano ai compagni, mettendo in serio pericolo l’equilibrio tattico della squadra. L’impressione prevalente è che necessiti di un impiego a partita in corso. Per farla breve, accontentarsi di essere un comprimario, nonchè essere una delle tante frecce a disposizione di Camplone, utile per spaccare partite in corso.
Da migliorare l’aspetto mentale. Doppio vantaggio, un uomo in più, non si può concedere all’avversario l’opportunità di rientrare in gara e rischiare il pari, che sarebbe stato una beffa atroce. Vanno bene il fraseggio eil volerla giocare sempre, ma qualche palla in più in tribuna non farebbe mai male. Soprattutto i giovani Donkor e Minala (?) dovrebbero far proprio questo concetto. A Camplone, il compito di inculcare una mentalità vincente a questi ragazzi.
Ora non resta che pedalare, pedalare e pedalare…
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