Perdere così fa male, peccato. Peccato, perchè il Bari ha dato l’impressione di poter affondare il colpo più volte, dopo il pari di De Luca. Peccato perchè l’occasione era arrivata, alla luce dei risultati delle dirette concorrenti. E soprattutto peccato, perchè nella prima mezz’ora della ripresa si è vista una, sola, squadra in campo che, a conti fatti, avrebbe almeno meritato un pari.
Troppo brutto per esser vero il Bari della prima frazione, complice un approccio alla gara completamente da dimenticare. Distanze chilometriche tra i reparti, squadra sfilacciata e soprattutto poco mordente in mezzo al campo. Lì dove colpevolmente sono mancate geometrie, idee e ordine. Un centrocampo poco incline al sacrificio e che lasciava spesso il fianco all’uno contro uno sugli esterni, costringendo agli straordinari Donkor e Di Noia contro clienti scomodi come Caprari, Lapadula e Benali, bravi nel non dare punti di riferimento e a svariare su tutto il fronte offensivo, affondando spesso anche tra le linee, dove i difensori biancorossi non accorciavano mai. Al pari della retroguardia, l’attacco è parso sterile e poco incisivo. Nonostante il tanto spazio concesso tra le linee dagli abruzzesi, la manovra biancorossa è parsa monotematica, con frequenti (vani) tentativi di allargare il gioco sugli esterni, ben presidiati da Zampano e Campagnaro, e con un Rosina largo e parso non a suo agio, un De Luca pimpante, ma poco supportato da Maniero, il più delle volte spalle alla porta a quaranta metri dall’area abruzzese. Quindi, fortunati noi nel chiudere la prima frazione con un passivo francamente bugiardo.
Nella ripresa, l’immediata veemente reazione fa da viatico al meritato pari colto da De Luca con un’autentica prodezza, cercata, voluta e messa a segno dal migliore in campo dei nostri quest’oggi. Reazione figlia non solo di un nuovo atteggiamento proposto dai biancorossi, ma anche dal raziocinio di Camplone, bravo nel carpire l’unico aspetto negativo offerto dai padroni di casa: la trequarti difensiva in zona centrale, lasciata sguarnita dal non sempre attento Torreira. Zona nella quale, a turno, De Luca e Rosina hanno creato enormi grattacapi a Zuparic e compagni. Di altra caratura anche l’apporto offerto delle mezz’ali Defendi e Valiani. Sovrastati nei primi quarantacinque minuti, molto più propositivi in transizione offensiva nella ripresa e bravi nel mordere le caviglie sulle sporadiche ripartenze dei ragazzi di Oddo. Un Bari che, viste le due, tre, occasioni nitide avrebbe meritato ben altra fortuna. Condivisibili anche i cambi: Puscas al posto di un Maniero poco cattivo sotto porta, Sansone per un esausto De Luca. La trama del match è cambiata sull’unico, vero, contropiede della ripresa. Squadra sbilanciata, tre contro tre, Rada che scivola e il patatrac conclusivo. Il tris, arrivato a tempo scaduto, poi, rappresenta solo il sigillo ad un risultato che, nel complesso, pare bugiardo sia nel parziale che per quanto apprezzato nei secondi quarantacinque minuti.
Menzione a parte merita l’attaccante abruzzese Lapadula: giù il cappello dinnanzi ad un attaccante che, con la categoria, non ha nulla a che fare. Nell’arco dei novanta minuti ha saputo mettere in mostra un repertorio di notevole fattura, svariando su tutto il fronte offensivo e agendo da prima punta, da seconda e da esterno. Il tutto, condito da giocate mai fini a sè e sempre utili al collettivo. Chapeau!
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