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"Lavoro": ha infinite facce.

La parola “lavoro” al giorno d’oggi è qualcosa di “spaventoso”. Tutti lo cercano, tutti lo vogliono, tutti ne hanno paura. Paura perché un giorno lo hai e il giorno dopo è “scomparso”. Quelle poche persone rimaste che hanno un contratto a tempo indeterminato, se lo tengono ben stretto ma vivono con il timore chiedendosi: “Domani toccherà a me perderlo?”
Ma dobbiamo anche guardare e valutare altre realtà del lavoro, come per esempio chi lavora part-time. Quelle persone che fanno una fatica assurda per campare e quindi pagherebbero oro per avere un altro part-time. E in questo caso altro che sopravvivenza e tirare la cinghia! E purtroppo di queste persone che sognano un full-time, è un gran numero infinito. Ma anche loro guardandosi intorno, si ritengono “fortunati” ad averlo un lavoro. Ma per quanto lo avranno?
Poi dobbiamo parlare di quella grande fetta di persone che il lavoro lo cercano. I disoccupati. Un numero sempre maggiore. Non c’è neanche da commentare. E’ triste. Sempre più triste. Persone che lottano per avere un briciolo di mestiere e persone che pian piano si lasciano andare e il lavoro lo vedono solo un lontano miraggio.
E poi dobbiamo anche riflettere su un altro lato. Quelle persone che lavorano sempre e comunque. Quelle persone stufe di lavorare anche troppo! E non lamentandosi dei forti guadagni! Ma del fatto che ogni sabato, ogni domenica e ogni festivo sono costretti a lavorare! E pure ordinario! Queste sono le poche anime che lavorano nei centri commerciali, oltre ai ristoranti, bar e altre attività aperte al pubblico. “Non c’è più religione”. E’ vero. Non c’è più limite a niente. E il brutto della cosa è che se questa gente si lamenta, viene pure accusata di egoismo! ” Ma pensate alle persone che il lavoro non lo hanno!” E quindi? Si devono sentire meglio pensando a loro? Queste persone avranno anche loro il desiderio di restare con familiari e amici nel fine settimana? No, a quanto pare loro non devono avere il diritto di vivere gli affetti.
Io penso che nessuno debba criticare la realtà di altri. Noi siamo liberi di lamentarci o di essere contenti della vita propria. Senza avere sensi di colpa.
Comunque sia l’Italia sta vivendo una realtà tristissima. Vivere giorno per giorno, questo ci rimane da fare. Anzi sopravvivere giorno per giorno.
Come ci siamo arrivati a questo punto?

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Written by Sonia Taccone

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