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La Difesa oggi. (Revisione in chiave moderna)

I tempi cambiano ed anche le Forze Armate devono adeguarsi al cambiamento e cogliere quelle che sono le esigenze della società dei nostri giorni. La Difesa va ridisegnata sia a livello nazionale prevedendo una forma di reclutamento misto professionisti e leva (parte del personale di leva con concorsi ad hoc potrebbe poi andare ad alimentare la componente professionale) allargando il ventaglio dei campi di impiego, inglobando anche parte delle competenze oggi attribuite alla Protezione Civile ed al volontariato. Anche in campo internazionale urgono dei cambi di rotta. Una Europa Unita passa anche da Forze Armate “condivise”. Al riguardo si dovrebbe creare un pacchetto di forze, oggi solo in fase embrionale, ben definito e di livello ordinativo adeguato a far fronte a diverse esigenze/emergenze ricadenti all’interno dell’UE, confini compresi. Tra i possibili compiti, quelli di controllo dell’immigrazione illegale, dei traffici di esseri umani, armi, droga, antiterrorismo ….ecc..)….

Le Forze Armate hanno grandi potenzialità e competenze che potrebbero meglio essere messe a servizio della collettività, in una ottica diversa di intendere il Sistema Paese. Occorre cioè ottimizzare le risorse disponibili mediante un reale e proficuo interscambio di competenze e di supporto reciproco tra le varie componenti dello Stato…, una vera sinergia tra le parti in gioco che si traduce in efficienza e risparmio economico.

Sul ritorno alla leva o su qualsiasi altra iniziativa degna di attenzione, credo che non si possa e debba parlare solo per slogan, come mi sta capitando di sentire in questi giorni. Servono approfondimenti…, serve una profonda conoscenza dello strumento militare, serve preparazione professionale ed esperienze sul campo, altrimenti si rischia di scivolare nella superficialità…..

Non condivido infatti chi ad esempio etichetta il ritorno alla leva come una idea romantica e bocciando ogni forma di approfondimento solo perché non è tema del contratto…… Ma stiamo scherzando? Che significa? Una idea qualunque essa sia è sempre una opportunità di confronto, a prescindere da chi la propone, almeno che l’idea non sia palesemente utopistica o contraria alla nostra Costituzione e/o ai principi di diritto internazionale. Va comunque sempre rispettata ed approfondita coinvolgendo nel confronto i giusti attori. Solo dopo, se ritenuta non utile al Paese, va cestinata….

Il servizio di leva o chiamiamolo pure come meglio ci pare (servizio nazionale o servizio civile) potrebbe aiutare molto la crescita formativa dei nostri giovani, significherebbe un ritorno alla realtà, ai valori, al rispetto del bene comune ed a tutto quello che ha un senso nella vita. Servizio di leva retribuito e che dia anche, con visione lungimirante, la possibilità a molti giovani di iniziare, durante il servizio stesso, un percorso formativo professionale attraverso stage e corsi ad hoc in aziende e/o altre strutture pubbliche e private a premessa di un loro futuro inserimento nel mondo del lavoro (magari in sinergia con i centri di impiego, le aziende e lo Stato).

Con il ritorno alla leva le Forze Armate avrebbero la possibilità di allargare i loro compiti nel sociale, nel controllo del territorio, nelle calamità naturali, nei centri di accoglienza…e tanto altro ancora che per ovvie ragioni di sintesi non sto ad elencare.

E poi perché non dare a tutti l’opportunità, donne e uomini di ogni ceto sociale e di ogni parte d’Italia, di servire, pur se per un breve periodo, la propria Nazione? A chi sostiene che sarebbe solo tempo e denaro sprecato, rispondo che la formazione dei nostri giovani non è mai tempo/denaro sprecato….

La nostra è una società in crisi di valori e di lavoro…La Difesa rivista in chiave moderna potrebbe essere uno dei tanti volani utili alla causa…., un valore aggiunto….

Da soldato mi preme sottolineare che le Forze Armate sono e rimarranno sempre al servizio del popolo, del Paese, a salvaguardia della identità Nazionale, delle nostre tradizioni e di quei valori democratici in cui tutti noi italiani ci riconosciamo, ma aggiungo anche che la Difesa necessita oggi di alcuni ritocchi che però mai andranno o dovranno intaccare quei principi/valori/tradizioni che sono l’essenza stessa della vita militare.

Concludo precisando che il messaggio che voglio far passare non è il ritorno alla leva o la revisione della Difesa, ma un principio:

“la democrazia è tale solo se c’è un reale confronto di idee, altrimenti è pura demagogia”.

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Written by Calogero Antonio Iacolino

Laureato presso l’Università di Torino in Scienze Strategiche.
Due Master di secondo livello in studi avanzati sulla sicurezza internazionale ed in scienze strategiche presso le Università di Perugia e Torino.
Frequentato nel 2007-2008 il corso internazionale per dirigenti del settore pubblico (civile e militare) e privato presso l’Istituto Alti Studi della Difesa in Roma.
Esperto nel settore sicurezza, difesa, diritto internazionale, protezione civile, gestione dei Grandi Eventi e delle emergenze e gestione del personale. Ha lavorato in ambiente interministeriale, internazionale e NATO. Al Nord Italia 14 anni, Centro 14 , Sud 8, estero 4 (Libano, Kosovo, Ex Yugoslavia, Albania e Grecia).
Ha operato con/a favore di altre amministrazioni dello Stato (Presidenza della Repubblica e del Consiglio, Ministeri dell’Interno e degli Esteri, Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, Prefetture).
Nel 2004/2006 Presidente del Gruppo di Lavoro sul concorso delle Forze Armate italiane alla Sicurezza/Difesa delle Olimpiadi Invernali di Torino 2006.
Nel 2007, elaborato, per il comparto Difesa, il Piano Antiterrorismo della Prefettura di Roma.
Nel 2008/2011 responsabile delle operazioni presso la NATO.
Nel 2012/2013 è stato nominato Presidente del Gruppo di Lavoro sulla riorganizzazione dell’area territoriale dell’Esercito.
Svolto ruoli di primissimo piano nella gestione a livello centrale delle principali operazioni fuori area in corso negli anni 1998 - 2011 in Albania, Bosnia, Kosovo, Timor Est, Iraq, Afganistan e nei concorsi alle popolazioni colpite da calamità naturali in e fuori Italia.
Ricevute 9 benemerenze e medaglia di bronzo dal Dipartimento Nazionale della Protezione Civile. Due elogi e sette encomi di cui due solenni: nel 2001, per un atto di valore in Albania e nel 2006, per la pianificazione del dispositivo di difesa/sicurezza delle Forze Armate Italiane alle Olimpiadi Invernali di Torino 2006.
Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

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