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PAGINE BIANCOROSSE DAY 17: BARI-CARPI 0-1. TANTO FUMO E POCO ARROSTO. TRADITI DAI "SENATORI"

Potremmo stare per ore e ore a parlare di arbitraggi, di goal line, di moviola in campo e di arbitraggi inadeguati. Ma parleremmo di aria fritta. La realtà è nei numeri. Diciannove punti in diciassette partite, ventiquattro reti subite ed una squadra tremendamente fragile. E gli arbitraggi non c’entrano niente.
Bari-Carpi è il perfetto riassunto del nostro girone di andata. Con l’aggravante di aver sbagliato tutto e non era facile. Approccio, attenzione su piazzati e palle inattive ed il consueto madornale errore in occasione del gol perso. Capita così di ritrovarci a parlare, per l’ennesima volta, dell’ennesima occasione persa. E, se ci avessero convalidato il gol (assolutamente valido) di Ciccio Caputo, avremmo conquistato un punticino che, a conti fatti, non avrebbe cambiato proprio nulla, anzi avrebbe rischiato di portarci fuori strada, offuscando la solita prestazione deludente. Di contro, agli ospiti è bastata una partita ordinata e di sacrificio, per portare via i tre punti al “San Nicola” ed allungare in classifica.
APPROCCIO TOTALMENTE SBAGLIATO. Era lecito aspettarsi una squadra battagliera, che aggredisse la partita e che s’impadronisse della metà campo ospite. Era altrettanto lecito attendersi risposte convincenti dagli evanescenti come Wolsky. Ma con i “se” e con i “ma” non si fa la storia. Accade così che l’inizio è di marca ospite. Ci rintaniamo inspiegabilmente nella nostra metà campo e rischiamo più volte di capitolare. Prima Suagher, poi Mbakogu sfiorano il meritato vantaggio ospite, ma già intuiamo che “bel pomeriggio” possa essere. Arranchiamo pericolosamente e barcolliamo come un pugile suonato su un ring. Come se Golia si ribellasse al gigante e gliele suonasse. Ci ritroviamo trincerati nella nostra metà campo, senza un barlume di reazione e senza quella cattiveria tanto decantata in settimana.
TRADITI DAI SENATORI. Dopo l’iniziale impasse, mettiamo il becco fuori, affidandoci ai tiri dalla distanza. Ma sia Galano, sia Romizi sbattono contro Gabriel. Poco, troppo poco per chi questa partita la vuole vincere. E non ci si può nemmeno appellare agli assenti Sciaudone e Defendi. Perchè è mancato l’ingrediente fondamentale in tutti: la voglia di vincere. E poco importa se ti chiami Tevez o Ronaldo. Vedere senatori del calibro di Donati giochicchiare in mezzo al campo, senza mai rischiare la giocata e senza imprimere il necessario cambio di ritmo è una roba che ti brucia dentro e ti dà la giusta misura di quello che è il Bari oggi. Massimo Donati, colui che dovrebbe rappresentare l’anima della squadra, corre e gioca la palla con sufficienza e non incide mai sulla partita. E pensare che questa estate ha firmato un biennale ( …”andiamo bene”).  Per non parlare di Matteo Contini. Il peggiore di ieri. Farsi uccellare in quel modo da Jerry Mbakogu significa non esserci nella partita sia fisicamente che mentalmente. E la manata rifilata allo stesso attaccante emiliano è stata una vigliaccata di cui avremmo fatto volentieri a meno. Già siamo sotto di una rete, che senso ha rischiare il rosso a dieci minuti dal termine?.
ENTRANO LE BELLE STATUINE. Per un’ora di gioco ci siamo chiesti dove fosse finito Rafal Wolsky. Per mezz’ora ci siamo sorbiti il solito, inguardabile ed irritante Stoian (s’è toccato più volte i capelli dei palloni giocati). Per venti minuti l’evanescente De Luca. Minimo comune denominatore: la svogliatezza. Alla luce delle prestazioni di questi soggetti, viene spontaneo chiedersi se in estate avessero voglia di venire a Bari. E, visto che gennaio è alle porte, proporrei una cacciata di gruppo, perchè gente così meriterebbe di fare un altro mestiere ed essere cacciata a pedate da Bari. E, se la società pare sia senza fondi, perchè non affidarsi al serbatoio biancorosso?. Attingere dal vivaio e non aver paura di gettarli nella mischia. La Primavera di Corrado Urbano sta mettendo in mostra gioielli di prim’ordine come Leonetti, Castrovilli e Scalera. O magari far rientrare Di Noia o Gammone dalla Lega Pro. Ragazzi che hanno ancora tutto da dimostrare e che sicuramente hanno più fame dei sopracitati. E gente così farebbe più che comodo ad una squadra di prime donne svogliate.
Testa ora al Cittadella, nella speranza che possa essere finalmente la svolta definitiva.

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Written by Alberto Stasi

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