Esce oggi nelle sale il film DUE PICCOLI ITALIANI, opera prima di Paolo Sassanelli con Francesco Colella, Paolo Sassanelli e Rian Gerritsen,con la partecipazione amichevole di Dagmar Lassander e Totò Onnis. La pellicola, distribuita da Key Films, è una produzione Mood Film in co-produzione con Duo Productions in collaborazione con Rai Cinema.
Il film, della durata di 94 minuti, racconta il rocambolesco viaggio attraverso l’Europa di due amici un po’ naïf, Salvatore (Francesco Colella) e Felice (Paolo Sassanelli), in fuga da un paesino della Puglia, che si ritrovano catapultati a Rotterdam e poi in Islanda. Per la prima volta nella loro vita scopriranno cosa significa sentirsi vivi e felici. Attraverso qualche disavventura e con l’aiuto della generosa e stravagante Anke (Rian Gerritsen), supereranno le proprie paure e inibizioni, costruendosi una seconda possibilità che gli è sempre stata negata. Saranno travolti dalla vita, scoprendo la gioia di esistere, di provare e ricevere affetto e amore, in uno strano triangolo di relazioni tipiche di una famiglia moderna, bizzarra e rassicurante al tempo stesso.
Sassanelli ha descritto l’importanza della sua opera a livello emotivo: “Questa storia parla di qualcosa a me molto vicino e che sempre mi commuove. Parla della fragilità delle persone e di come un equilibrio costruito attorno ad una vita monotona e apparentemente appagante, possa essere scosso da un improvviso episodio traumatico. Ci sono persone che, affacciate sul parapetto della propria vita, guardano scorrere quelle degli altri. Sicure delle piccole cose intorno a loro, pensano che quella sia la vita e che non si possa fare molto altro. Rassegnate a rimanere attaccate agli scogli come dei molluschi, assaporano l͛’acqua marina al ritmo delle onde, dipendendo dalle maree. Insomma, senza voler fare il poeta, può accadere che una di queste cozze si stacchi per un evento inaspettato“.
“Si sa che una cozza vorrebbe tornare sul suo amato scoglio e che farebbe qualsiasi cosa per riuscirci, ma a me piace immaginare che se si abbandonasse alla corrente forse vedrebbe più cose in quei pochi minuti di quante potrebbe vederne mai in una vita intera. Questa metafora marina rappresenta bene la storia che ho raccontato, ossia il cambiamento di prospettiva che questo distacco͛ può generare. I nostri due protagonisti per me sono veri Eroi“.
“Non sono belli, non hanno fascino, sono abbastanza lontani da noi. Vivono in un mondo che non conosciamo, hanno vite così distanti dalla nostra che ci permettiamo di guardarli comodamente, a distanza di sicurezza. Felice e Salvatore sono due persone espulse dalla vita normale, che decidono di prendersi una seconda possibilità, quella che la vita ha sempre negato loro. Lo fanno facendoci sorridere, perché se di una cosa si può ridere allora vuol dire che non la temiamo più”.
Due Piccoli Italiani, che fin dal primo soggetto è sempre stato un road movie attraverso l’Europa, è stato finanziato in co-produzione con la società islandese Duo Productions di Gudrun Edda Thorhannesdottir, divenendo una delle pochissime co-produzioni Italia-Islanda. La pellicola è stata girata in tre paesi: in Puglia (tra Bari e Minervino Murge) per la parte italiana, tra Rotterdam e Amsterdam per l’avventura olandese e a Reykjavik e dintorni, per il finale in Islanda.
Il film si è avvalso inoltre del sostegno di Eurimages, del MIBACT, della Regione Puglia e dell’Apulia Film Commission e della Regione Lazio, oltre che della collaborazione di Rai Cinema e il supporto di BCC San Marzano di San Giuseppe. Durante la fase di post produzione, il film è stato selezionato per due importanti eventi Work in Progress destinati a film internazionali in lavorazione in cerca di distributori, quali What’s Next Italy organizzato dal MIA e This Is IT organizzato da When East Meet West e Trieste Film Festival.
Il soggetto di Due Piccoli Italiani è frutto dell’incontro di idee e spunti di Paolo Sassanelli, Luca De Bei (autore e regista teatrale) e Francesco Apice (Alì ha gli occhi azzurri, La casa sulle nuvole), in collaborazione con Chiara Balestrazzi (Sotto gli occhi di tutti, Un medico in famiglia). La sceneggiatura è scritta da Francesco Apice, Chiara Balestrazzi e Paolo Sassanelli.
Lo scenografo Daniele Frabetti (Io c’è, Fiore, Monte, Orecchie, In fondo al bosco…) con grande creatività ha saputo ricostruire interamente, a Bari e in piena estate, gli interni olandesi, riuscendo a rendere credibili e fluidi i passaggi tra gli esterni girati in Olanda e gli interni ricreati in Italia. A Rotterdam ha inoltre ricostruito interamente il quartiere a luci rosse trasformando dei magazzini dismessi lungo un canale in colorate e ammiccanti vetrine.
Altrettanto prezioso è stato il lavoro del direttore della fotografia Federico Annicchiarico (Dei, TarantaontheRoad, CosimoeNicole), che con Sassanelli aveva già realizzato i due corti e che ha saputo caratterizzare con una luce specifica ciascuno dei i tre paesi: più calda negli esterni giorno pugliesi, ma anche drammatica nei notturni della casa di riposo; più sospesa tra alba e tramonto e tipicamente nordica per la parte olandese, impreziosita anche dalla grande varietà visiva data dalle architetture contemporanee della città; una luce invece più misteriosa e rassicurante in Islanda e nei suoi paesaggi vulcanici, dominati dai vapori ma anche da intensi verdi e neri.
I costumi sono di Sara Fanelli (Dei, Pecoreinerba), che ha ideato i look che caratterizzano i vari personaggi. Un grande lavoro è stato fatto da Paolo Sassanelli per costruire un͛’identità musicale dei personaggi e della loro storia, attraverso la canzone originale di Luca Giacomelli e Luca Perozzi “L’amore che vien l’amore che va”, cantata spesso dal protagonista Felice e le sonorità islandesi di Gyda Valtysdottir (cantante, violoncellista dei Múm), autrice delle due canzoni inglesi a chiusura del film. Ricco e puntuale nel traghettare lo spettatore lungo il viaggio di emozioni dei personaggi è poi il lavoro di Giorgio Giampà (Il cacciatore, Il Padre d’Italia) autore dei temi di Felice e Salvatore.
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