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Hammamet è un film sul Craxi uomo. Amelio: “senza Favino non sarebbe stato possibile realizzarlo”

Il regista e il protagonista hanno presentato la pellicola che da oggi sarà distribuita nei cinema in 430 copie

Hammamet presentazione conferenza Gianni Amelio Pierfrancesco Favino

In occasione dell’anteprima e della conferenza stampa di Hammamet, il nuovo film di Gianni Amelio con protagonista Pierfrancesco Favino nei panni di Craxi, il regista e il protagonista hanno presentato la pellicola, raccontandone origini e retroscena. Insieme a loro lo sceneggiatore Alberto Taraglio e i produttori Maria Grazia Saccà e Paolo Del Brocco.

Hammamet presentazione

L’ultima opera del regista e sceneggiatore di San Pietro Magisano, pur potendo ovviamente sembrare un film politico, non lo è. Come dichiarato da Amelio si parla di Craxi, sebbene non venga mai nominato “poiché non ce n’è bisogno”, raccontando la storia di uomo e del suo declino, sia fisico che emotivo.

L’emotività e l’empatia sono al centro della narrazione stessa più di quanto si possa immaginare, essendo anche fortemente improntata sul rapporto padre-figlia. Hammamet in sostanza non è un film su Craxi, sebbene sia il protagonista nonché motore del racconto che si concentra più sull’uomo rispetto al politico.

All’origine di tale progetto c’è stata la proposta del produttore riguardante la sua volontà di realizzare un film su Cavour e sul suo legame con la figlia. A quel punto ad Amelio è venuta in mente l’idea di concentrarsi su una storia accaduta un secolo dopo e dunque più vicina ai giorni nostri. Una vicenda quindi ancora “calda e non sanata”.

Hammamet

Non si tratta però di una biografia né del resoconto esaltante o travagliato di un partito, come sottolineato dal regista stesso. Il film non vuole né dà torto o ragione a qualcuno. Il compito del cinema, sempre secondo Amelio, è quello di rappresentare comportamenti, stati d’animo e impulsi, a prescindere dal fatto che siano -o siano stati- giusti o sbagliati. Il confronto voluto è stato quello che vede un uomo nei suoi ultimi mesi di vita con una figlia appassionata, combattiva e decisa, chiamata Anita, come omaggio ad Anita Garibaldi.

Ad interpretare Craxi è un incredibile Pierfrancesco Favino. L’attore romano, qualora ce ne fosse ancora bisogno, dimostra tutto il suo talento abbinato alla grande devozione per il suo mestiere. Oltre alle 5 ore quotidiane necessarie per realizzare l’impeccabile trucco, Favino ha studiato e osservato sia il politico che l’uomo, fino ad entrare in empatia con i suoi stati d’animo, replicando perfettamente la sua mimica facciale e impostando tono e dizione come quella del signore dei garofani.

Hammamet presentazione

Pur essendosi focalizzato sugli ultimi mesi di vita di Craxi, come fa il film stesso, ha carpito la sua essenza e il vigore dovuti ai tempi in cui il politico era in buona salute e alla Presidenza del Consiglio. Secondo Favino tutto ciò si è rivelato fondamentale per riuscire ad interpretarlo al meglio, metamorfosi fisica inclusa:

Conoscevo il Craxi uomo politico, non il suo privato e il suo lato umano. Ho cercato di comprendere il suo punto di vista ed è l’unica cosa che posso fare, non essendo né magistrato né politico, è giusto che faccia questo. Ho visto e studiato tanto materiale, sia ricevuto che ricercato da me, dovendo occuparmi particolarmente della sua ultima fase di vita mi sono concentrato su quello, ovvero sull’appesantimento fisico, sulla trasformazione di tono e respiro e sul problema alla gamba. Ho voluto vedere anche le cose anteriori proprio per osservare meglio il cambiamento. La leadership precedente forse viene ormai data per scontata, però ha un peso, in quel periodo storico poi superiore a quello attuale. Penso che una delle grandi possibilità del mio mestiere sia toccare cose che per età non ho avuto modo di toccare.

Hammamet presentazione 2

Il trucco, come anticipato, ha avuto un ruolo fondamentale. Tale aspetto è stato importante non solo per l’ottima resa ma anche, e soprattutto, per la forza d’animo/mentale e il coraggio trovati da Favino proprio grazie al make-up:

Spesso è il trucco che ti dà la forza per fare quello che fai. È stata la chiave per dimenticarci del trucco stesso. Ci volevano 5 ore e mezza quotidiane, a partire dall’alba e ricordo che, quando mettevo le sopracciglia e gli occhiali, quello era il momento in cui si attraversa l’oblio di sé, come nel teatro giapponese. Senza quella porta forse non avrei avuto il pudore di toccare certe cose, come la sfera più intima.

Hammamet presentazione

Queste invece le parole di Amelio relative alla sua visione di Craxi:

Non considero Craxi una star ma un politico sul quale è caduto da tempo un silenzio assordante, ingiusto. Ho voluto fare un film che racconta la sua lenta agonia, quella di un uomo di potere, che lo ha perso, e va verso la morte. Non è sul Craxi degli anni ’80 ma lo vede protagonista alla fine del secolo scorso. Tra le colline di Hammamet non è vero che si è messo in salvo ma coltiva i suoi rancori, rimorsi, desideri e rabbia. Macerato fino all’autodistruzione. Non ho raccontato una super star. Credo di aver fatto un film col cuore e anche col cervello. Senza Favino il film non sarebbe mai nato, sfido chiunque altro a trovare un altro attore, non solo in Italia, capace di fare il personaggio del Presidente come lo ha fatto lui. Ci siamo serviti del trucco ma lo abbiamo anche combattuto: se non fosse alimentato da qualcosa che nasce dall’interno non funzionerebbe. La scelta di inserire un personaggio inventato come Fausto, invece, nasce dall’esigenza di dare vita a un antagonista necessario. In questo caso il figlio di qualcuno che in vita lo aveva messo in guardia. Si è rivelato inoltre importante per realizzare la scena del “duello” avvenuto davanti a un’arma senza faccia -come lo definisce Craxi stesso nel film- ovvero il carro armato.

Hammamet
Pierfrancesco Favino (Craxi) e Luca Filippi (Fausto)

All’ex Presidente del Consiglio dei Ministri (dal 4 agosto 1983 al 17 aprile 1987) e Segretario del Partito Socialista Italiano (dal 15 luglio 1976 all’11 febbraio 1993) non viene inoltre affibbiato nessun ruolo né nessuna etichetta, come ci si astiene dall’esprimere qualsiasi giudizio sulle inchieste giudiziarie note come “Mani Pulite” o “Tangentopoli”. A ribadirlo è il regista Amelio:

Non è né un latitante né un esule. Contumace, potremmo usare questo termine. Si tratta di qualcuno che dovrebbe andare in Tribunale ma non si presenta, come ha scelto di fare lui. I giudici non si sono presentati in Tunisia perché sarebbe finita peggio. Non è mai, in nessuna immagine, un film contro “Mani Pulite”. Il film è concentrato sulla figura del Presidente. C’è una differenza tra il 16:9 e il 4/3: è come se virgolettassi il suo discorso. Io racconto e basta non sono il personaggio. Se si racconta una storia, molto limitata nel tempo, si devono tenere in considerazione gli umori della persona senza dimostrarli in un altro modo. Il conflitto viene fuori perfettamente dal film.

Hammamet presentazione Gianni Amelio

Per quel che concerne i confronti con la famiglia di Craxi, avvenuti prima di girare il film, Amelio si è così pronunciato:

Ho voluto conoscere per prima la vedova Craxi, Anna, è inaspettatamente una cinefila e ci siamo trovati subito. Un dialogo sereno, aperto, diverso da quello che immaginavo, molto poco politico. Stefania, una donna molto impegnata, non vuole che il nome del padre venga sepolto, dimenticato e bruciato come sta succedendo. Bobo scrive molto e rilascia spesso interviste, paradossalmente conosco meglio lui che Stefania, pur avendo parlato di più con lei e con Anna.

Hammamet presentazione Favino

Altrettanto importante è il punto di vista di Favino, sia relativo alla storia e ai temi trattati, sia all’animo umano:

Questo film, indipendentemente da quel che si vuol vedere, non nasconde una cosa molto bella: il rapporto padre e figlia. Stavamo toccando la fine di una generazione di uomini che avevano un rapporto complesso con la propria emotività, gli era stato insegnato che corrispondesse alla debolezza mostrare ai figli le fragilità. Craxi aveva un senso di paternità nei confronti dell’Italia, si sentiva profondamente italiano. Quella leadership lascia molto da soli. Ho empatizzato con quel tipo di emozioni, non è compito mio giudicarlo, lo è interpretarlo. Ho empatizzato anche con le emozioni di chi ha avuto a che fare con Craxi, non deve essere stato facile essere uno dei suoi figli.

Hammamet
Livia Rossi (Anita)

Trama e trailer Hammamet

Hammamet riflette su uno spaccato scottante della nostra Storia recente.  Sono passati vent’anni dalla morte di uno dei leader più discussi del Novecento italiano, e il suo nome, che una volta riempiva le cronache, è chiuso oggi in un silenzio assordante. Fa paura, scava dentro memorie oscure, viene rimosso senza appello. Basato su testimonianze reali, il film non vuole essere una cronaca fedele né un pamphlet militante. L’immaginazione può tradire i fatti “realmente accaduti” ma non la verità. La narrazione ha l’andamento di un thriller, si sviluppa su tre caratteri principali: il re caduto, la figlia che lotta per lui, e un terzo personaggio, un ragazzo misterioso, che si introduce nel loro mondo e cerca di scardinarlo dall’interno.

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Written by Veronica Sgaramella

Nata a Roma nel Luglio 1990, laureata in Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione presso La Sapienza. Coordinatrice, redattrice e inviata di Yepper Magazine, precedentemente redattrice per Vocegiallorossa, poi collaboratrice e speaker @ 1927 On Air - la storia continua, in onda su Centro Suono Sport. Opinionista periodica sportiva a Gold TV. Ora co-conduttrice di Frequenze Giallorosse (ReteneTVision). SocialMente attiva, amo leggere, viaggiare e immortalare attimi.

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