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Il Cacciatore, la nuova fiction Rai con Francesco Montanari nei panni del PM antimafia Barone

Il Cacciatore foto

Dal 14 marzo ogni mercoledì andrà in onda in prima tv alle 21.20 su Rai2 “Il Cacciatore”, la fiction liberamente tratta dal libro “Cacciatori di mafiosi” di Alfonso Sabella, diretta da Stefano Lodovichi (Episodi 1-6) e Davide Marengo (Episodi 7-12). I primi due episodi saranno disponibili in anteprima online su RaiPlay dall’11 marzo.

Tra i membri del cast Francesco Montanari (Saverio Barone), David Coco (Leoluca Bagarella), Paolo Briguglia (Tony Calvaruso), Francesco Foti (Carlo Mazza), Marco Rossetti (Leonardo Zaza),  Roberta Caronia (Vincenzina Marchese), Miriam Dalmazio (Giada Stranzi), Roberto Citran (Andrea Elia) ed Edoardo Pesce (Giovanni Brusca).

Il Cacciatore – liberamente ispirato alla vera storia del magistrato Alfonso Sabella, raccontata nel libro Cacciatore di Mafiosi – racconta le vicende di Saverio Barone (Francesco Montanari), un PM che nei primi anni ’90, appena trentenne, diventa il protagonista della caccia ai mafiosi nella stagione immediatamente successiva alle stragi di Capaci e via D’Amelio, dove perdono la vita i giudici Falcone e Borsellino. Un PM che mette in ginocchio l’intera mafia corleonese, mandando dietro le sbarre centinaia di mafiosi.

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Una scalata fatta d’intuito, istinto e ambizione, che inizia il giorno in cui Saverio, PM emergente della procura di Termini Imerese, decide di denunciare il proprio capo, Salvatore Donà (Vincenzo Pirrotta), sospettato di collusioni con la mafia. Una scelta che rischia di stroncare per sempre la carriera del giovane PM, ma che finisce per attirare l’attenzione di Andrea Elia (Roberto Citran), nuovo procuratore capo di Palermo, che propone a Saverio di entrare nel suo pool antimafia. Barone, da un giorno all’altro, si trova proiettato in un universo nuovo, attraente e pericoloso: alla procura di Palermo è il più giovane, il meno esperto, e i colleghi più grandi lo trattano con sufficienza; lo chiamano cacanidu – quello che caga ancora del nido, l’ultimo uccello della covata e il primo, di solito, a lasciarci le penne.

Ma Saverio sa presto dimostrare il proprio talento e si guadagna il diritto di fronteggiare il male assoluto, il giorno in cui gli vengono assegnate le indagini su Leoluca Bagarella (David Coco) e Giovanni Brusca (Edoardo Pesce), boss mafiosi accusati di centinaia di omicidi, mente e braccio dietro l’omicidio di Giovanni Falcone e responsabili del rapimento e della detenzione di Giuseppe Di Matteo (Antonio Avella), dodicenne con la sola colpa di essere figlio di un pentito di mafia. Un confronto quotidiano con l’orrore che inevitabilmente porta Saverio a isolarsi nella sua ossessione e a distruggere tutto quanto di buono, nel tempo, ha saputo costruire attorno a sé: a partire dalla relazione con Giada (Miriam Dalmazio), che solo pochi mesi prima gli ha dato una figlia, Carlotta.

Il Cacciatore è quindi la storia della discesa agli inferi di un giovane PM, ma in parallelo racconta anche il privato di quei boss sanguinari a cui Saverio dà la caccia. Raccontiamo le vicissitudini di Leoluca Bagarella, Don Luchino, capo supremo della mafia palermitana, che nonostante l’enorme potere vive il dolore di non riuscire a concepire un figlio con sua moglie Vincenzina (Roberta Caronìa).

Il Cacciatore Montanari

Scaviamo nel rancore di Giovanni Brusca, che mal sopporta la sua eterna condizione di latitante e sogna di costruire un castello – la sua villa di Borgo Molara – e di scalzare Bagarella dal trono di capo dei capi. Entriamo nella soggettiva di Tony Calvaruso (Paolo Briguglia), giovane autista di Bagarella che si illude di poter vivere e arricchirsi grazie alla mafia, senza doversi sporcare le mani e la coscienza. Una serie, insomma, che non è solo la storia di un cacciatore, ma è anche la storia delle sue prede.

Francesco Montanari sarà dunque Saverio Barone, un giovane poco più che trentenne, ambizioso e istintivo. Da ragazzo giocava armato di fucile nei boschi di Bivona, suo paese natale, e quell’istinto da cacciatore è ciò che lo guida ancora oggi nel suo lavoro di PM. Ultimo arrivato nel pool antimafia, nonostante la diffidenza iniziale dei colleghi, si guadagna presto sul campo, arresto dopo arresto, le indagini sui superlatitanti Giovanni Brusca e Leoluca Bagarella, gli assassini di Giovanni Falcone e i rapitori del piccolo Giuseppe Di Matteo. Riportare a casa quel bambino, scomparso il giorno stesso del suo ingresso in antimafia, diventa l’ossessione di Saverio, un fantasma per il quale il PM finisce per fare terra bruciata di tutti gli affetti che ha attorno a sé.

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