Il premio Nobel per la letteratura colombiano Gabriel Garcia Marquez, considerato uno dei più grandi scrittori in lingua spagnola, è morto ieri sera nella sua casa di Città del Messico. La conferma è arrivata dal presidente della Colombia Juan Manuel Santos con un messaggio su Twitter: “Cent’anni di solitudine e di tristezza per la morte del più grande colombiano di tutti i tempi”. Pochi minuti prima, la televisione messicana Televisa aveva annunciato, sempre su Twitter, che lo scrittore ottantasettenne era morto a casa sua, circondato da sua moglie e dai suoi due figli.
La sua salute era divenuta fragile, l’8 aprile scorso aveva lasciato un ospedale di Città del Messico dopo otto giorni di trattamento a seguito di una polmonite. Garcia Marquez viveva in Messico dal 1961, dopo essere vissuto a Cartagena (Colombia), Barcellona e L’Avana. Da molti anni si era ritirato dalla vita pubblica e non rilasciava dichiarazioni alla stampa. Era considerato uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi in lingua castigliana, aveva ricevuto il Nobel per la letteratura nel 1982. Aveva raggiunto la notorietà mondiale nel 1967 con il romanzo “Cent’anni di solitudine“, considerato il suo capolavoro.
“Non si muore quando si deve, ma quando si può” (Marquez)
in Agorà
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