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PAGINEBIANCOROSSE DAY 50: LA SQUADRA DEVE MIGLIORARE, STESSO DISCORSO VALE PER LA TIFOSERIA. PAROLA D'ORDINE: EQUILIBRIO

Una settimana, sette giorni, 168 ore. Per cambiare un’idea. per passare dal “siamo da Serie A” al “non so se ci salviamo”. Per etichettare chi scende in campo come “brocco”. Per ergere a simbolo della disfatta Donnarumma, decisivo sette giorni prima contro il Frosinone. Sei a Bari, sei sull’ottovolante. Un vortice di emozioni contrastanti che, prima ti permette di toccare il cielo con un dito, poi ti molla verso una depressione cronica, fino al prossimo risultato convincente, quando tutto tornerà come prima. Tranquilli, siete a Bari. Dove il tutto è normalità, una pericolosa routine che ci accompagnerà forse per l’eternità. Una cronica mancanza d’equilibrio, ri-spuntata dopo la disfatta di Livorno.
Siamo quasi ad un giorno dall’incubo Livorno e non accennano a placarsi i malumori in città e provincia. Certo, la sconfitta è di quelle che lasciano il segno, ma deprimersi così tanto aliena il tifoso dalla realtà e non aiuta nessuno, piazza e giocatori in primis. Una realtà che mostra come il campionato di Serie B sia ancora tutto da decifrare. Niente schiacciasassi, niente squadre materasso. Nulla di nuovo, a dir la verità. Nessuno si è accorto che, la sconfitta di Livorno, non ha alternato la nostra classifica: quattro punti dai playoff, tre dai playout. Non abbiamo le credenziali per fare un campionato a parte e vincerle tutte. Non siamo da “buttar via”. Questo leggo, guardando la classifica. E la sconfitta (seppur pesante) di Livorno andrebbe interpretata nell’ottica di un campionato a 42 squadre, dove l’equilibrio regna sovrano ed una battuta d’arresto fragorosa (capita a tutti una giornata no) può starci, soprattutto se non vesti i panni della squadra operaia. Un must per la Serie B di oggi.
I tifosi, dicevamo. I tifosi devono fare i tifosi. Strepitosi a Livorno, meno quando si gioca tra le mura amiche. Emblematico, a tal proposito, lo striscione esposto venerdì scorso alla stessa “Curva Nord” (“Metti da parte il protagonismo,alza la voce…Curva Nord fuori le palle”). Discorso ovviamente valido anche per gli altri settori del nostro “San Nicola”. Predicano bene e razzolano male. Molti ,tra selfie e cose che hanno ben poco a che fare con il tifo, rendono afona quel che è l’anima ed il cuore pulsante della nostra squadra, la Curva Nord. Identico discorso per gli altri settori dell’astronave. Selfie, fischi per i nostri beniamini all’ingresso in campo, mugugni dopo ogni tocco di palla errato. Un comportamento alquanto anomalo per chi dovrebbe sostenere nel bene o nel male la propria squadra. Lungi da me dare insegnamenti o fare morali. Ma la squadra va sostenuta per 90′, senza se e senza ma. Al termine di questi, ognuno è libero di manifestare il proprio dissenso come crede.
Gli stessi tifosi si sono scagliati contro squadra e tecnico. Chi ha inveito contro Nicola, altri contro Donnarumma, altri ancora contro Donati. Senza cognizione di causa, senza equilibrio. Quell’equilibrio, assente ingiustificato, che trasforma Donnarumma da eroe a bidone nell’arco di una settimana e che altera il tifoso-pensiero su Davide Nicola. Venerdì scorso il nuovo Josè Mourinho, ieri definito peggio di Devis Mangia. Ma dov’è la verità? Dov’è l’equilibrio. Preferisco sentir dire, con cognizione di causa, che la squadra è oggi priva di un identità di gioco ben precisa e che la sua conduzione della squadra è indecifrabile. Non sopporto, invece, chi sale e scende dal carro con una facilità imbarazzante. Il clou, poi, è arrivato al termine dell’ultimo incontro del Bari Primavera nel Torneo di Viareggio. Ho letto sui social una spietata e sgradevole caccia al colpevole, individuata nel giovane portiere biancorosso Nicholas Lentini, reo di aver affossato la nostra giovane squadra. Pazzesco, allucinante!. Visto che, in molti, non sono a conoscenza della bravura del ragazzo, autentico eroe nel match del turno precedente contro l’Atalanta.
Il mio invito ed il mio augurio è rivolto, quindi, ad un’unità di intenti nel segno di un equilibrio ancora sconosciuto dalle nostre parti.


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Written by Alberto Stasi

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