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#SaveCristina, rapita a 3 anni dall'Isis

Per non perdere la vita Aida è scappata con la famiglia in un campo profughi alle porte della città di Erbil, come migliaia di profughi cristiani perseguitati dall’Isis.
Le rughe e la cupa espressione sul viso della donna, appena 43enne, dimostrano quanto Aida stia vivendo con dolore e sofferenza. I miliziani del Califfato hanno rapito sua figlia Cristina, strappandola dall’abbraccio materno.
“I miliziani – racconta – avevano intimato a tutti i cristiani di lasciare il villaggio, altrimenti sarebbero stati uccisi. Nonostante questo, noi avevamo deciso di rimanere nella nostra casa. Il 22 agosto ci hanno fatti salire con la forza su un autobus dicendo che ci portavano nella clinica di Qaraqosh. Dopo, hanno aperto le nostre borse in cerca di soldi e di gioielli. Un uomo dell’Isis si è accorto che tenevo Cristina tra le braccia e l’ha presa con la forza. Supplicavo di riavere mia figlia ma l’unica risposta è stata: ‘Sali sull’autobus o ti ammazzo’. Non ho potuto fare niente”.
La testimonianza del rapimento della piccola Cristina, dalle braccia della mamma, è stata ascoltata da una delegazione di frati della Basilica di San Francesco d’Assisi che hanno deciso di lanciare un appello in Rete con l’hashtag #savecristina: Salvate Cristina.

Salviamo Cristina, una bambina di tre anni sequestrata dalle milizie dell’Isis lo scorso agosto mentre era tra le braccia della mamma. Gli occhi di questa bimba hanno già visto troppo. #SAVECRISTINA. Questo appello tocchi il cuore indurito dei terroristi.

Aida lancia un disperato grido d’aiuto: “Queste cose che stanno succedendo in Iraq, come rapire una bambina innocente, e questi crimini come rubare il denaro, togliere tutto alla gente… che cos’è tutto questo? Questo non è umano. Che cosa abbiamo fatto di male? Restituitemi mia figlia”.
Diciotto esperti del Comitato Onu sui diritti dell’Infanzia hanno denunciato che “i bambini delle minoranze etniche e religiose vengono uccisi sistematicamente dall’Isis: ci sono stati ripetuti casi di esecuzioni di massa, come pure notizie di decapitazioni, crocifissioni e di minorenni sepolti vivi”. I bambini vengono venduti come schiavi al mercato di Mosul, “esposti con i cartellini con il prezzo”.
Da oggi e fino al 26 giugno i francescani hanno lanciato una maratona di solidarietà per aiutare la famiglia di Cristina e tutti gli altri profughi cristiani.

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