in

“Volevo Nascondermi”, l’intenso ritratto di Ligabue: un’opera straordinaria di Giorgio Diritti e un ispiratissimo Elio Germano

Il film, presentato in Concorso al 70° Festival Internazionale del Cinema di Berlino, arriverà nelle sale il 27 febbraio

Volevo Nascondermi
Volevo Nascondermi Elio Germano, Giorgio Diritti @Chico De Luigi.

Il film Volevo Nascondermi, di Giorgio Diritti, con protagonista Elio Germano nel ruolo del pittore Toni Ligabue, è stato presentato in Concorso al 70° Festival Internazionale del Cinema di Berlino.

Sono molto contento che Toni Ligabue “mi porti” a Berlino. Quando ho saputo della presenza del film in concorso me lo sono immaginato arrivare in moto a Potsdamer Platz, sfilare i guanti ed entrare dicendo “Grazie, grazie!” con quella sua strana cadenza tra emiliano e svizzero tedesco. Amo la sua storia, esprime la ricchezza della diversità e la voglia di riscatto. Ringrazio il direttore della Berlinale Carlo Chatrian e tutti quelli che hanno reso possibile questo film.

Il regista Giorgio Diritti

Il film, prodotto da Palomar con Rai Cinema, sarà in sala dal 27 febbraio distribuito da 01 Distribution.

AGGIORNAMENTO: L’USCITA DEL FILM È STATA POSTICIPATA A DATA DA DESTINARSI CAUSA DEI RECENTI AVVENIMENTI RELATIVI ALL’EMERGENZA CORONA VIRUS

Volevo nascondermi è un film ricco di frammenti e percezioni che si congiungono tutte man mano fino a dare forma un disegno ben delineato, pregno di colori ed emozioni. Elio Germano è impressionante nel cambiamento fisico attuato: oltre all’eccezionale lavoro di trucco, quello fatto dall’attore a livello di dizione, postura, movenze, espressioni e immedesimazione lascia a bocca aperta per la meraviglia.

Volevo Nascondermi
Volevo Nascondermi Elio Germano, Giorgio Diritti @Chico De Luigi.

Le location sono certamente un altro valore aggiunto di questo ritratto personale ed intenso di un artista complesso del calibro di Ligabue. Le sfumature, visive ed emotive, sono tante, proprio come quelle utilizzate dal pittore nella realizzazione delle sua opere visionarie e iperrealistiche. Il modo in cui il protagonista riesce ad emergere tra l’indifferenza e lo scherno generale rappresenta l’approccio singolare, viscerale e passionale di Ligabue alla vita.

Il sostegno delle poche persone giuste, la sua determinazione e la capacità di precorrere i tempi sono la forza dell’uomo e dell’artista, controverso quanto profondo. Un lungo e travagliato processo di crescita lo hanno provato ma non scalfito nell’animo: Ligabue è riuscito a trasformare la diversità in valore(facendone un marchio di fabbrica), e in arte, lasciandola in dono a tutti noi. Elio Germano si fa carico di tutto ciò riuscendo, grazie alla brillante regia di Giorgio Diritti, a portare magistralmente sul grande schermo una storia che merita di essere raccontata ancora e ancora.

Volevo nascondermi…ero un uomo emarginato, un bambino solo, 
un matto da manicomio, ma volevo essere amato. 

Toni, figlio di una emigrante italiana, respinto in Italia dalla Svizzera dove ha trascorso un’infanzia e un’adolescenza difficili, vive per anni in una capanna sul fiume senza mai cedere alla solitudine, al freddo e alla fame. L’incontro con lo scultore Renato Marino Mazzacurati è l’occasione per riavvicinarsi alla pittura, è l’inizio di un riscatto in cui sente che l’arte è l’unico tramite per costruire la sua identità, la vera possibilità di farsi riconoscere e amare dal mondo.

“El Tudesc”, come lo chiama la gente è un uomo solo, rachitico, brutto, sovente deriso e umiliato. Diventerà il pittore immaginifico che dipinge il suo mondo fantastico di tigri, gorilla e giaguari stando sulle sponde del Po. 

Quella di Ligabue è una “favola” in cui emerge la ricchezza della diversità e le sue opere si rivelano nel tempo un dono per l’intera collettività.

Sopraffatto da un regime che vuole “nascondere” i diversi e vittima delle sue angosce, viene rinchiuso in manicomio. Anche lì in breve riprende a dipingere. Più di tutti, Toni dipinge se stesso, come a confermare il suo desiderio di esistere al di là dei tanti rifiuti subiti fin dall’infanzia. L’uscita dall’Ospedale psichiatrico è il punto di svolta per un riscatto e un riconoscimento pubblico del suo talento. La fama gli consente di ostentare un raggiunto benessere e aprire il suo sguardo alla vita e ai sentimenti che sempre aveva represso. Le sue opere si rivelano nel tempo un dono per l’intera collettività, il dono della sua diversità.

What do you think?

Written by Veronica Sgaramella

Nata a Roma nel Luglio 1990, laureata in Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione presso La Sapienza. Coordinatrice, redattrice e inviata di Yepper Magazine, precedentemente redattrice per Vocegiallorossa, poi collaboratrice e speaker @ 1927 On Air - la storia continua, in onda su Centro Suono Sport. Opinionista periodica sportiva a Gold TV. Ora co-conduttrice di Frequenze Giallorosse (ReteneTVision). SocialMente attiva, amo leggere, viaggiare e immortalare attimi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

GIPHY App Key not set. Please check settings

No Time To Die

No Time To Die: ecco il nuovo poster ufficiale dell’atteso film sull’agente Bond

Roma-Lecce formazioni

Roma-Lecce, le formazioni ufficiali