Si parla di cyberbullismo quando gli atti di bullismo vengono perpetrati tramite Internet (chat, social network, blog ecc.) o attraverso il telefono cellulare. Secondo vari studiosi, affinché si possa parlare di bullismo devono essere soddisfatti determinati requisiti:
- i protagonisti, sia chi commette il sopruso, sia chi lo subisce, devono essere in età scolare e condividere lo stesso contesto sociale (generalmente, anche se non sempre, si tratta dell’ambiente scolastico);
- gli atti violenti (molestie, aggressioni, prepotenze) devono essere intenzionali;
- ci deve essere persistenza nel tempo; gli atti di bullismo devono cioè avere un carattere di continuità (può trattarsi di settimane come di mesi o addirittura anni);
- la relazione tra bullo e vittima deve essere caratterizzata da asimmetria; deve cioè esserci uno squilibrio di potere fra le parti in causa, squilibrio che può essere, per esempio, legato all’età oppure alla forza o alla prestanza fisica;
- la vittima non è in grado di opporre resistenza e deve trovarsi in una situazione di isolamento, accentuata dalla paura di denunciare gli episodi di bullismo in quanto teme ritorsioni da parte del bullo.
Fortunatamente è stata firmata in data 8 gennaio c.a., una bozza di autoregolamentazione su questo fenomeno socialmente allarmante. Il nuovo codice ha lo scopo di contrastare e fermare questo fenomeno che colpisce soprattutto attraverso l’uso dei social network e di internet in generale.
Il documento approvato specifica che i meccanismi e i sistemi di segnalazione come ad esempio un bottone presenti sulle pagine web dovranno essere visibili e cliccabili all’interno delle pagine in modo semplice e diretto.
Questo importante accordo, è stato fortemente voluto dal viceministro allo Sviluppo Economico Antonio Catricalà con l’accordo dei rappresentanti delle istituzioni come Agcom, Garante per l’infanzia, le associazioni del settore, nonché, colossi globali come Google e Microsoft.
In questo modo gli operatori del settore che gestiscono le pagine web potranno finalmente interporsi tempestivamente. L’intervento è stato ritenuto necessario a seguito dei gravissimi fatti di cronaca degli ultimi mesi, evitando in questo modo, spiacevoli gesti estremi da parte di giovanissimi.
Il codice sarà a disposizione sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico a consultazione pubblica per circa 45 giorni al fine di ottenere ulteriori suggerimenti da tutti gli utenti del web. www.sviluppoeconomico.gov.it
“Non chiamate i vostri figli con nomi svalutativi o umilianti e non permettete a nessun altro di farlo. Io sono contro il bullismo e tutte le forme di violenza… e spero in cuor mio… che ogni giorno ci siano sempre più persone che la pensino così…”
Vincenzo Priolo
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