AL CINEMA DAL 17 OTTOBRE 2019
Tratto da una storia vera, The Kill Team, ricorda le atmosfere di Codice d’Onore in cui al posto di Jack Nicholson troviamo invece uno straordinario e inquietante Alexandre Skarsgaard (Big Little Lies). L’evoluzione cinematografica dell’omonimo documentario del 2014, girato sempre da Dan Krauss (laureato in giornalismo all’Università di Berkeley e candidato due volte al Premio Oscar), si pone l’obiettivo di far luce sulle ombre della guerra, attraverso la verità e il coraggio di un soldato. A spiegarlo è lo stesso regista.
È stata una fotografia a catturare la mia attenzione .Un giovane soldato. Le sue braccia stringevano i suoi genitori felici. La foto, pubblicata sul New York Times Magazine, era intitolata: “Il soldato Adam Winfield, che ha cercato di avvisare l’arma sugli omicidi dei civili – e che è accusato lui stesso di omicidio…”. In quell’unica frase, ho riconosciuto una tragica storia dalla dimensione shakespeariana. Un giovane in guerra, di fronte a un dilemma morale. Com’è potuto succedere? Il mio documentario del 2014, The Kill Team, è stato un tentativo di rispondere a questa domanda, usando le dichiarazioni dello stesso Adam e di molti altri accusati di fronte alla corte marziale. La testimonianza dei soldati fu affascinante sebbene avesse un filtro dato dal tempo ormai passato. Ho sentito l’esigenza di fare un film che mettesse il pubblico nei panni di Adam. Per trasmettere visceralmente quella sensazione dell’essere messo alle strette, costretto a fare scelte impossibili, a soppesare priorità morali contrastanti – a volte in una frazione di secondo. Dove la libertà di seguire la propria coscienza è un lusso. È nata così la versione cinematografica di The Kill Team.
Un film che si rifà molto a thriller degli anni ’70 come I tre giorni del Condor, La conversazione e Tutti gli uomini del presidente, rivisti da Krauss proprio al fine di prenderne spunto. Quel che si vuole invero sottolineare è l’ambiguità morale e al contempo porre domande difficili sulla natura dell’autorità e del potere. Si vuole mostrare l’idealismo che si oppone a certi tipi di Istituzioni.
Trama
Andrew Briggman (Nat Wolff) è un giovane militare di stanza a Kabul. Il plotone a cui è assegnato ha il compito di presidiare la zona e individuare possibili cellule terroristiche. Al suo arrivo, viene accolto dal Sergente Deeks (Alxandre Skarsgaard) che ha plasmato il suo plotone in un branco di assassini il cui unico scopo è uccidere e abusare le popolazioni locali solo per divertimento. Indeciso se denunciare la cosa rischiando la vita oppure lasciarsi attrarre da questa personalità tanto mefistofelica quanto affascinante, Andrew si trova davanti a un bivio.
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