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"9 maggio, Giorno della memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi"

Aldo Moro durante la prigionia

Oggi, 9 maggio, ricorre l’anniversario della morte di Aldo Moro, che venne ucciso 35 anni fa dalle Brigate Rosse. A partire dal 2008 il 9 maggio è il Giorno della memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi.
In un Paese come il nostro, che sembra avere ben poca memoria, è positivo che vi siano iniziative che ricordino tutti i caduti del terrorismo, anche se questa giornata di ricordo non appare adeguatamente promossa. Bisognerebbe invece parlarne di più; i nomi delle vittime del terrorismo non devono e non possono essere dimenticati e non devono in alcun modo passare in secondo piano.
Da siciliano, voglio ricordare Giuseppe – Peppino – Imapastato, che oggi avrebbe 66 anni. Chissà se sarebbe ancora in politica, se parlerebbe ancora dal microfono di una radio. Si sarebbe sposato, sarebbe oggi un padre, un nonno felice? Oppure avrebbe dedicato completamente la sua vita alla lotta alla mafia? Peppino, rimarrà sempre quel ragazzo ribelle e coraggioso, che affrontò a testa alta la criminalità di Cinisi, paese della Sicilia ad altissima densità mafiosa. Rimarrà sempre il giovane che abitava vicino alla casa di Gaetano – don Tano – Badalamenti, sarà per sempre l’attivista politico a cui la violenza mafiosa ha impedito di svolgere il suo compito. Peppino resterà sempre il figlio di un mafioso che ebbe il coraggio di andare contro la sua famiglia. Minacciato, allontanato dal padre, (ma mai dalla madre), Peppino Impastato la sera dell’8 maggio 1978 venne rapito, portato in un casolare, ucciso a colpi di pietra e poi fatto esplodere col tritolo. La sua memoria venne subito infangata, si cercò di farlo passare per un terrorista, per un depresso suicida. Ma la madre Felicia e il fratello Giovanni, anche grazie alle testimonianze dei compagni di Peppino, che trovarono solo i brandelli del suo corpo e, nel casolare, alcune pietre insanguinate, non hanno mai voluto credere a queste ipotesi degli inquirenti e il tempo ha dato loro ragione.
“La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine”. Queste sono le parole di un’altra figura di spicco che ha dato la propria vita per combattere la Mafia e per rendere la nostra Sicilia più vivibile. Era il giudice Giovanni Falcone.
Ricordare è un dovere per tutti!
Vincenzo Priolo

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Written by Vincenzo Priolo

Vincenzo Priolo è nato ad Agrigento il 5 dicembre del 1981. È laureato in scienze politiche e delle relazioni internazionali e ha frequentato nella sua carriera svariati corsi di specializzazione in materia di Sicurezza e Difesa. Ha maturato esperienze notevoli e di responsabilità in settori pubblici e di rappresentanza. Coordina il magazine Yepper fondato sulla base del giornalismo partecipativo. Ama viaggiare, cucinare ed intrecciare nuovi rapporti di collaborazione e amicizia con persone di altre culture e religioni.

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