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I 16 tipi di tifosi che popolano il San Nicola

Il San Nicola rappresenta da sempre un contenitore straordinario, simbolo della baresità nel bene e nel male. Un mix di personaggi pittoreschi che colorano le tribune dell’Astronave e che rendono magica l’atmosfera di uno stadio, sì fatiscente, ma sempre colmo di passione. Adulti, ragazzini, anziani. Gente di tutte le età e dalle mille, insospettabili, risorse.
E tu quale di questi tifosi sei?.
1. L’ETERNO BAMBINO: dai sessant’anni in su, è colui che, una volta entrato al San Nicola, si trasforma. Quel tifoso giocherellone, goliardico e irrefrenabile. E poco conta il risultato. Prende continuamente in giro gli “amici di stadio” e non sa cosa significhi starsene buono. Talvolta, può diventare, in caso di risultato negativo, la disperazione del vicino di seggiolino. E’ come un bambino che vede per la prima volta il mare.
2. L’IMPASSIBILE: lui soffre, anzi sa solo soffrire. A volte può dare l’impressione di uno che si ritrovi allo stadio quasi per caso. Durante l’inno? Sta seduto. Dopo un gol? Sta seduto. Dopo aver preso un gol? Sta seduto. Dal suo volto non traspare alcuna emozione, solo gocce di sudore. Ha la stessa espressione durante tutto il corso della gara. Non apre bocca e preferisce starsene solo soletto, in disparte dal resto degli amici.
3. L’ALLENATORE: dà ordini alla squadra. Ordina cambi di gioco, di modulo e sostituzioni. Peccato si trovi a 50 metri di distanza e non lo senta nessuno e soprattutto sia un semplice tifoso. L’Arrigo Sacchi della situazione gesticola, sbraita, ma alla fine, puntualmente, non vedrà avverarsi nessuno dei suoi consigli alla squadra. Impartisce improbabili lezioni di tattica al suo vicino, sconosciuto, di seggiolino, risultando il più delle volte incomprensibile.
4. IL BESTEMMIATORE: sa solo bestemmiare. Qualsiasi sua affermazione relativa allo svolgimento della partita a cui sta assistendo, è caratterizzata da coloriti intercalari. Mai stargli accanto.  Se veramente alterato, potrebbe scagliarsi contro il vicino senza alcun razionale motivo.
5. IL CANTANTE: conosce a memoria tutti i cori della curva. Intonato o meno poco conta. Lui canta fino a perdere la voce. Rischia di lacerarsi le corde vocali, ma deve cantare. “Che si vinca o si perda”, lui è sempre lì ad intonare cori.
6. L’ANZIANO: detiene il record di presenze al San Nicola. Rischia un infarto ogni minuto, ma non gli importa. Pioggia, neve, grandine, vento, bufere di ogni tipo. Lui è sempre lì. E’ l’enciclopedia del calcio barese. Sa tutto di tutti. Sfodera tutte le sue conoscenze su ogni singolo calciatore che abbia indossato la maglia del Bari dagli anni ’50 ad oggi. Se comincia a parlare, è irrefrenabile.
7. IL NOSTALGICO: ogni partita è lì, pronto a criticare chiunque scenda in campo. L’allenatore? Per lui andrebbe cambiato ogni giornata. I giocatori che scendono in campo e sbagliano un, unico, passaggio in tutta la gara? Da cambiare. Lui preferirà sempre qualcuno del passato a chi è in campo. Bellomo? Meglio D’Agostino. Ebagua? Meglio Lipatin. Calderoni? Meglio Ladino. Nicola? Meglio Carboni.
8. IL FUORI LUOGO: è attratto da tutto ciò che non riguardi la partita a cui sta assistendo. Trascorre tutto il suo tempo tra selfie, smartphone, rullare sigarette e intavolare discorsi che nulla hanno a che fare con la partita in corso.
9. IL TIRAPIEDI: sa già che la sua squadra prenderà una valanga di gol dagli avversari. Non importa se l’avversario sia forte o meno, lui possiede doti da veggente e predice sempre la nostra sconfitta. Il più delle volte magari ci azzecca anche. Poi, se la propria squadra dovesse vincere, per evitare qualsiasi sfottò dagli amici, è solito dire: “Ve l’avevo detto io. Oggi erano tre punti scritti”. Peccato che gli amici si ricordino del pronostico pre-gara e lo prendano in giro ugualmente.
10. IL DISFATTISTA: vinci? Non va bene. Perdi? Figuriamoci . Di disfattisti al San Nicola ce ne sono fin troppi. Critica a più non posso, senza alcuna apparente ragione. Per lui ogni singolo giocatore, così come anche qualsiasi componente della società o dello staff tecnico, “non è degno di una piazza come Bari”. Riuscirebbe a criticare persino Cristiano Ronaldo o Messi. Eterno insoddisfatto, potrebbe ricredersi solo se la propria squadra realizzasse 6 o 7 gol a partita.
11. IL DEPRESSO: lo riconosci sin da subito. Non è il tipo da stadio, ma a lui poco importa. E’ il classico pesce fuor d’acqua della situazione. Sta lì seduto sul suo seggiolino, senza proferire alcuna parola ed è palesemente infastidito, quando qualcuno al suo fianco, lo invita a partecipare ai cori intonati dalla curva. Poco gli importa se la propria squadra realizzi un gol. Lui abbozza un sorriso della durata di un millesimo di secondo, salvo poi tornare alla sua depressione cronica.
12. IL COLLEZIONISTA: maglia, giubbotto, sciarpa, cappello, bracciale, cover del telefono, portachiavi. Lui ha tutto dell’ Fc Bari 1908 e la partita del sabato rappresenta l’occasione, tanto aspettata durante la settimana, per mettere in mostra la sua collezione infinita.
13. IL GIUDICE SPORTIVO: rosso diretto, prova televisiva, petardi o fumogeni in campo, laser puntato su un avversario? Lui sa già cosa rischia la società e quante giornate di squalifica spettano al giocatore espulso. Un’enciclopedia vivente di diritto sportivo.
14. LO SCHIZOFRENICO: se si vince la squadra è da Serie A, se si perde la squadra è da Serie D. Per lui non conta nulla la prestazione offerta dalla squadra, l’importante è sognare (se arriva la vittoria) o non tornare più allo stadio (se si perde). Il San Nicola ne è pieno zeppo.
15. L’AFFAMATO: parmigiana, patatine, focaccia, mega panini, polpi crudi. Lo riconosci perchè è sempre occupato con un qualcosa tra i denti. Lui mangia, mangia e non la finisce più. I commenti sulla partita a cui sta assistendo sono indecifrabili, perchè ha la bocca non piena, di più.  
16. IL DOPPIOFEDISTA: di solito, porta sfortuna. La sua presenza al San Nicola è saltuaria, molto dipende da quando gioca la sua prima squadra e dalla posizione in classifica del Bari. Pronto a salire sul carro dei vincitori e, con la stessa rapidità, a scendere. Lui è abile nel cavalcare ogni momento. Se il Bari perde è solito dire: “Ma chi ve lo fa fare di venire qui e vedere questi cadaveri”. Se il Bari vince è solito esaltarsi rivendicando le proprie origini territoriali.

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Written by Alberto Stasi

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