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Addio di Totti alla Roma: “Non lascio per colpa mia ma la tiferò sempre”

Le parole dell’ormai ex Capitano e dirigente giallorosso relative alla scelta presa per il suo futuro

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Oggi presso il Salone d’Onore del CONI, Francesco Totti ha preso parte a una conferenza stampa, nel corso della quale ha annunciato il suo addio alla Roma, avendo rassegnato le dimissioni da dirigente giallorsso. A moderare l’incontro con la stampa è stato il giornalista Paolo Condò. Di seguito le parole di Totti.

“Innanzitutto vorrei ringraziare il presidente Giovanni Malagò per avermi dato l’opportunità di avere questo luogo bellissimo per parlare, uno dei più importanti per gli sportivi. Certo la comunicazione è un po’ meno bella rispetto al posto: alle 12:41 del 17 giugno 2019 ho mandato una e-mail al CEO della Roma, nella quale ho scritto un po’ di parole per me impensabili, inimmaginabili, ovvero le mie dimissioni dall’AS Roma. Speravo che questo giorno non arrivasse mai invece è arrivato questo fatidico giorno che per me è molto brutto e pesante. Pero, viste le condizioni, penso che sia stato doveroso e giusto prendere questa brusca decisione. Anche perché non ho avuto mai la possibilità operativa di poter lavorare nell’area tecnica con la Roma. Ho preso questa difficile decisioni, pensata e valutata da diversi mesi, penso che sia la più coerente e la più giusta. Davanti a tutto ci deve essere la Roma, che è la cosa più importante e la squadra da amare standole sempre vicino. Non ci devono essere fazioni pro Totti, pro Pallotta o pro Baldini. Ci deve essere un unico obiettivo che è la Roma e l’amore per questi colori, è normale che poi, come ho sempre detto: i presidenti passano, gli allenatori passano, i giocatori passano ma le bandiere no, non passano. Diciamo che questo mi ha fatto pensare tanto e diciamo che non è stata per colpa mia prendere questa decisione. Non so più che dirvi poi”.

Enrico Lucci: “Sei un mito. Hai fatto sognare milioni di persone, hai fatto la storia di Roma, più di Giulio Cesare e del Papa e sei nel mondo. Perché questa scelta di diventare dirigente? Io ho pensato ma chi te l’ha fatto fare?! Tu lo hai mai pensato?”
Totti: “No, non l’ho mai pensato. Come ho sempre detto ho messo la Roma davanti a tutto. Roma è la mia seconda casa, se non la prima, ho passato più temo a Trigoria che a casa. Per me prendere questa scelta è stato difficilissimo. Io ho sempre voluto portare questa squadra e questi colori ad alti livelli, volevo portarli in giro per il mondo e volevo fargli fare bella figura”.

Le domande sono così proseguite:

Hai detto che non è stata colpa tua, di chi è stata la colpa allora?
“Non è stata mia: non ho mai avuto la possibilità di esprimermi, non mi hanno mai coinvolto in un progetto tecnico. Il primo anno ci può stare, già durante il secondo ho capito che cosa volessi fare, ma non ci siamo mai trovati né aiutati l’uno con l’altro. Conoscevano la mia voglia e quello che volevo dare alla società ma loro sinceramente non hanno mai voluto, mi tenevano fuori da tutto”
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La storia della Roma ti ha visto protagonista, cosa ti senti di dire alla gente che è traumatizzata e disorientata dall’addio di Totti?
“Al popolo di Roma e alla gente di Roma devo solo dire grazie per come mi hanno trattato, c’è sempre stato un reciproco rispetto. Posso solo dire di continuare a tifare la Roma, che per me è la squadra più importante del mondo. Vederla in questo momento così difficile mi rattrista. I tifosi della Roma sono diversi da tutti gli altri, l’amore che hanno nei confronti di questa squadra è talmente grande che non potrà mai finire. Anche da fuori continuerò sempre a tifare Roma. È un arrivederci, non un addio. Da Francesco posso dire che è impossibile vedere Totti fuori dalla Roma, da tifoso mi dà fastidio. Da romanista non penso possa succedere. Prenderò altre strade e al momento giusto, quando un’altra proprietà punterà forte su di me, io sarò pronto”
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Pronto per altre strade quindi? E c’è qualcuno più colpevole di altri?
“In questo momento ce ne sono tante di cose che posso fare, sto valutando tranquillamente, in questo mese valuterò tutte le offerte che ci sono sul piatto e quella che mi farà stare meglio la prenderò con tutto il cuore. Ho sempre dato il massimo e la mia decisione sarà quella definitiva. Non c’è un colpevole, non sto qui a indicarne uno, il percorso non è stato rispettato e alla fine ho fatto questa scelta”


Ti sentivi pronto per fare il dirigente, ti hanno promesso qualcosa che poi non hanno rispettato? Ti sei sentito un peso?
“Tutti sappiamo che mi hanno fato smettere, hanno voluto che io smettessi da calciatore. Sul piano dirigenziale avevo un contratto di sei anni , sono entrato in punta di piedi perché per me era un altro ruolo, una novità. Sono due cose completamente diverse anche nella stessa società. Di promesse ne sono state fatte tante ma alla fine non sono mai state mantenute. Loro sapevano che cosa io volessi. Con il passare del tempo giudichi e valuti, anche io ho un carattere ed una personalità, non sto qui a fare quello che ogni tanto mi chiedono di fare. Lo facevo per la Roma, ma non volevo continuare e mettermi a disposizione di altre persone che non volevano facessi questa cosa e non lo hanno mai voluto”.


In questi anni si è parlato parecchio di ‘detottizzazione’. Secondo te è un percorso è iniziato da un paio di anni o ha radici più lontane? L’addio di De Rossi una coincidenza o c’è una sorta di “deromanizzazione”?
“È stato sempre un pensiero fisso di alcune persone di levare i romani dalla Roma. È prevalsa la verità alla fine, perché alla fine sono riusciti a ottenere quello che volevano. Da otto anni a questa parte, con l’arrivo degli americani, hanno cercato in tutti i modi di poterci metterci da parte. Hanno voluto questo e ci sono riusciti”
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Il rapporto con Baldini com’è?
“Il rapporto con lui non c’è mai stato e mai ci sarà. Se ho preso questa decisione penso sia normale che siano degli equivoci e dei problemi interni nella società: uno dei due doveva uscire e mi sono fatto da parte io. Troppi galli a cantare non servono. Ci sono troppe persone nella società che mettono bocca, ognuno dovrebbe fare il suo”
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Ma è un gallo che canta lontano, mi sembra…
“Ma quando si canta da Trigoria non si sentiva il suono. Inutile fare o dire ciò che pensavi o che volevi fare. L’ultima parola spettava sempre a Londra, era tempo perso”
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Solo un anno fa la Roma era in semifinale di Champions, quest’anno Salah l’ha vinta. Possibile dilapidare un patrimonio in così poco tempo?
“Li sappiamo un po’ tutti i problemi veri della società, soprattutto il Fair Play Finanziario e la necessità delle cessioni entro il 30 giugno. Hanno fatto questo pensiero, questa scelta difficile di vendere i giocatori più forti e blasonati, è più facile prendere soldi con loro e tamponare i problemi del Fair Play. Bisogna essere trasparenti, soprattutto con i tifosi. Ad alcuni dirigenti dicevo che alla gente bisogna dire la verità. Un anno fa dissi che la Roma sarebbe arrivata quarta e che la Juve avrebbe vinto il campionato a gennaio: il giorno dopo mi hanno dato dell’incompetente, mi hanno accusato di uccidere i sogni dei tifosi… Ma sono sempre stato trasparente quando dici la verità sei inattaccabile. non posso restare qui dentro”.

Sembra di parlare contro i fantasmi visto che le persone a cui fa riferimento non le vediamo fa tempo. Pesa l’assenza di alcuni dirigenti e di Pallotta? 
“Per me pesa tantissimo. Il giocatore trova sempre un alibi, una scusa. Quando le cose vanno male dicono che manca il presidente, il direttore sportivo, il direttore tecnico, un interlocutore della società. Questo crea problemi alla squadra e alle partite, per me crea un danno. Il presidente deve essere più sul posto: quando vedi un capo stai sull’attenti e lavori come dovresti lavorare. Quando non c’è il capo fanno tutti come gli pare, è così ovunque. Quando ti alleni senza il mister, è diverso, con il secondo allenatore fai un po’ lo stupido, col mister vai a 300 all’ora. È un esempio semplice, ma perfetto”
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[…]

Per quanto riguarda la vicenda relativa a Radja Nainggolan, visto che si è parlato tanto di vicende extracalcistiche, hai preso tu posizione in qualche modo o hai cercato di lottare per tenerlo a Roma?
“Ho preso posizioni forti perché la maggior parte dei dirigenti non volevano dare una punizione forte. Ma nelle altre società forti, e nella più forte, non faccio nomi, non succedono queste cose. Quando uno sbaglia deve pagare perché gli altri poi si accodano. Chi sbaglia paga. Puoi essere pure Messi, Ronaldo o ci ti pare. Nello spogliatoio deve esserci rispetto reciproco, quando non c’è rispetto non vai da nessuna parte perciò sei tu hai sbagliato è giusto che paghi, per come la penso io, poi ouò darsi che magari sbaglio io, però…”
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Qui la conferenza stampa integrale di Francesco Totti.

In diretta dal Salone d’Onore del CONI.

Posted by Francesco Totti on Monday, 17 June 2019

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Written by Veronica Sgaramella

Nata a Roma nel Luglio 1990, laureata in Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione presso La Sapienza. Coordinatrice, redattrice e inviata di Yepper Magazine, precedentemente redattrice per Vocegiallorossa, poi collaboratrice e speaker @ 1927 On Air - la storia continua, in onda su Centro Suono Sport. Opinionista periodica sportiva a Gold TV. Ora co-conduttrice di Frequenze Giallorosse (ReteneTVision). SocialMente attiva, amo leggere, viaggiare e immortalare attimi.

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