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Avellino-Bari: quando l'essere tifoso non conta. Altro che Tdt…

Sale la tensione in vista del posticipo del 30° turno di Serie B, che vedrà impegnata la nostra amata contro gli acerrimi nemici dell’Avellino. Purtroppo, nelle ultime ore, l’aspetto sportivo sta rapidamente scivolando in secondo piano, lasciando spazio alle spinose questioni sul fronte dell’ordine pubblico. Nello specifico, sta facendo discutere la decisione presa dalla società irpina, di comune accordo con il questore di Avellino, di non cedere alla tifoseria biancorossa, vista l’enorme richiesta, l’intera curva nord del Partenio.
“Solo” 778 biglietti concessi, a fronte di una richiesta massiccia di ulteriori tagliandi, pari almeno al doppio dei disponibili. E’ qui che gravita l’attenzione a meno di  24 ore del match. Tale aspetto prevarica, giustamente, sul fattore “campo”. Un aspetto tanto remoto, quanto attuale e, ancora, alla ricerca disperata di una soluzione.
Possibile che tra Casms, questura e prefettura non si riescano a partorire idee, che non vadano al di là di limitazioni, repressioni e “lavate di mani” e favoriscano il tifoso?. A quanto pare no. Anche perchè, l’altro aspetto sconcertante della vicenda consiste in un’ulteriore assurda condizione: la vendita dei biglietti limitata ai soli residenti in Puglia. E non basta etichettare partite come “a forte rischio disordini”, perchè c’è chi tutela non ne ha mai avuta e forse mai l’avrà.
E chi viene defraudato dall’assurdità di questa situazione? Ahinoi, sempre lo stesso ingrediente. Indispensabile per ogni partita che vada in scena. Il tifoso. La beffa delle beffe. Poi ci chiediamo il perchè in Italia non si riesca a riempire gli stadi o a costruirli. Non avrebbe senso neanche costruirli, se poi il tifoso non ci può andare.
Il tifoso è la benzina del calcio, ma questo sembra interessare poco a chi, con un paio di firme, decide tali, assurde, limitazioni. Il tifoso è colui che ha voglia di stare al fianco della propria squadra e di non mollarla mai. Il tifoso è colui che, puntualmente, ogni anno sottoscrive abbonamenti e che, con altrettanta puntualità, è costretto a rimanere tra le mura amiche. Il tifoso è colui che vive lontano dalla propria città per lavoro, per famiglia o qualsiasi altro motivo, e magari vive anche in Campania. Ha l’occasione di riabbracciare la propria squadra una volta all’anno ed invece è costretto a rinunciarci. E poi, veder colorare uno stadio da migliaia di persone con sciarpe, vessilli e tanto folclore, è così disdicevole?
Questo è il calcio 2.0, questo è il calcio che continua a non piacerci. Perchè senza noi, il calcio perde tutto il suo fascino. Perchè senza i 225 o qualsiasi supporter che vorrebbero colorare la curva del Partenio di Avellino ed essere vicini alla propria squadra, il calcio ne esce, per l’ennesima volta, malconcio.
Altro che Tdt
 

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Written by Alberto Stasi

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