Si chiama Gennaro De Tommaso, ma molti lo conoscono come “Genny ‘a carogna”, il capo ultrà del Napoli che ha mediato con le forze dell’ordine prima dell’inizio della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina. La curva napoletana, inizialmente contraria a giocare, ha dato il suo assenso ma con l’impegno di rimanere in silenzio. De Tommaso sarebbe figlio di Ciro De Tommaso, ritenuto affiliato al clan del Rione Sanità dei Misso.
Sulla t-shirt nera le scritte in giallo ‘Libertà per gli ultras’ sul retro, e ‘Speziale libero’ davanti. La scritta si riferisce ad Antonino Speziale, l’ultrà del Catania che sta scontando otto anni per l’omicidio preterintenzionale dell’ispettore di polizia Filippo Raciti avvenuto il 2 febbraio del 2007 durante i disordini che scoppiarono allo stadio Massimino di Catania in occasione di un derby col Palermo.
E’ stato lui, che ha parlato col capitano del Napoli Hamsik, scendendo sul campo di gioco; ed è stato ancora lui, con ampi gesti, prima a chiedere il ritorno della calma in curva da cui erano state lanciate alcune bombe carta, e poi a dare l’assenso all’inizio della partita quando i funzionari delle forze dell’ordine sono andati sotto gli spalti per comunicare la decisione di giocare.
Forse il Governo, il Viminale e il nostro sistema giudiziario dovrebbero impegnarsi di più su queste vergognose vicende. Le istituzioni non devono lasciare il libero arbitrio a discutibili soggetti che hanno solo l’intenzione di criminalizzare l’amato sport calcistico.
Lo Stato deve farsi sentire in modo più incisivo, gli ultras non possono e non devono mai dettare legge. Lo stadio deve essere un luogo di pace e di serenità. Occorre più rispetto per le forze dell’ordine, più rispetto per il nostro inno nazionale, ma soprattutto più rispetto verso chi ha sacrificato la vita nell’adempimento del proprio dovere per le istituzioni e per tutti i cittadini italiani.
Vincenzo Priolo
in Agorà
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