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Il culto di San Sebastiano

San Sebastiano (256 – Roma, 20 gennaio 288) è stato un militare romano, martire per aver sostenuto la fede cristiana; venerato come santo dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa Cristiana Ortodossa, è oggetto di un culto antichissimo.
Secondo la leggenda il santo visse quando l’impero era guidato da Diocleziano. Sarebbe nato a Milano da padre di Narbona e da madre milanese, istruito nei principi della fede cristiana. Si recò poi a Roma dove entrò in contatto con la cerchia militare alla diretta dipendenza degli imperatori. Divenuto alto ufficiale dell’esercito imperiale, fece presto carriera e fu comandante della prestigiosa prima coorte della prima legione, di stanza a Roma per la difesa dell’Imperatore. In questo contesto, forte del suo ruolo, poté sostenere i cristiani incarcerati, provvedere alla sepoltura dei martiri e diffondere il cristianesimo tra i funzionari e i militari di corte, approfittando della propria carica imperiale.
San Sebastiano è invocato come patrono delle Confraternite di Misericordia italiane, poiché si rileva in lui l’aspetto del soccorritore che interviene in favore dei martirizzati, dei sofferenti (l’agiografia vuole che fosse proprio lui a soccorrere i suoi colleghi uccisi in odio alla fede cristiana e/o a provvedere almeno alla loro sepoltura). Questo tipo di confraternita infatti ha tuttora un preciso carisma assistenziale e gestisce direttamente, con l’opera dei propri volontari, una fitta e variegata rete di servizi socio-sanitari di precisa ispirazione e collocazione cristiana e cattolica.
San Sebastiano è anche patrono degli Agenti di Polizia Locale e dei loro comandanti, ufficiali e sottufficiali. Come si può facilmente intuire dalla lettura del suo profilo biografico, si capisce perché un “miliziano” sia stato individuato, come patrono dei suoi “commilitoni” e non solo, data l’affinità simbolica tra categorie e/o strumenti (gli arcieri ad es. scagliano frecce, come quelle che colpirono il santo durante il suo martirio, ecc.).
L’esempio più attinente è, simbolicamente, costituito dalle frecce quali prefigurazioni di punizioni (la malattia in senso lato): come il santo riuscì ad evitare che le frecce lo uccidessero, così egli viene invocato come intercessore che riesce a scansare possibili cause di sofferenza. Se si considera che la malattia può essere vista nell’accezione di “punizione”, si comprende perché il santo abbia tra i suoi patronati pure quello di essere invocato contro le malattie (specie quelle contagiose, viste come frecciate), per esserne preservati.
In questo senso, se San Rocco viene considerato il taumaturgo che cura le pestilenze, San Sebastiano viene considerato il santo taumaturgo che ne costituisce la “profilassi”.

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Written by Vincenzo Priolo

Vincenzo Priolo è nato ad Agrigento il 5 dicembre del 1981. È laureato in scienze politiche e delle relazioni internazionali e ha frequentato nella sua carriera svariati corsi di specializzazione in materia di Sicurezza e Difesa. Ha maturato esperienze notevoli e di responsabilità in settori pubblici e di rappresentanza. Coordina il magazine Yepper fondato sulla base del giornalismo partecipativo. Ama viaggiare, cucinare ed intrecciare nuovi rapporti di collaborazione e amicizia con persone di altre culture e religioni.

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