Mentre il leader del Movimento 5 Stelle, come fece in occasione dell’ elezione del Presidente della Repubblica, lancia il referendum tra gli iscritti sulla legge elettorale. Intanto Matteo Renzi propone i suoi tre modelli in Parlamento.
Modello spagnolo, Mattarellum rafforzato, legge elettorale dei sindaci.
Sono queste le tre proposte annunciate dal segretario del Pd Matteo Renzi per la riforma della nostra legge elettorale. Per quanto riguarda il modello spagnolo, Renzi propone un sistema con la divisione del territorio in 118 piccole circoscrizioni con attribuzione alla lista vincente di un premio di maggioranza del 15% (92 seggi). Ciascuna circoscrizione elegge un minimo di quattro e un massimo di cinque deputati. Soglia di sbarramento al 5%”.
La seconda proposta di Renzi è una riforma sul modello della legge Mattarella rivisitata. 475 collegi uninominali e assegnazione del 25% dei collegi restanti attraverso l’attribuzione di un premio di maggioranza del 15% e di un diritto di tribuna pari al 10% del totale dei collegi.
Infine il segretario del Pd propone una riforma sul modello del doppio turno di coalizione dei sindaci. Chi vince prende il 60% dei seggi e i restanti sono divisi proporzionalmente tra i perdenti. Possibile sia un sistema con liste corte bloccate, con preferenze, o con collegi. Soglia di sbarramento al 5%”. Su queste proposte, Renzi afferma, ”il PD è pronto a recepire suggerimenti, stimoli, critiche su ciascuna di queste tre proposte. Ma chiediamo certezza dei tempi e trasparenza nel percorso: la politica non può più fare passi falsi.
Il Segretario del PD rilancia anche la proposta della trasformazione del Senato in una Camera degli Enti Locali per risparmiare un miliardo di euro, altro che i 40 milioni di rimborsi a cui hanno rinunciato i grillini.
In un momento così politicamente concitato della nostra storia, i cittadini onesti fanno ancora i conti con la crisi e con le nuove tasse imposte da un Governo mai eletto, dove adesso non si annidano più maggioranze, bensì, piccole minoranze politiche.
“Quando si passa dalle larghe intese all’assalto alla diligenza, non va bene”, afferma Renzi in una delle sue interviste.
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