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DAY 5: VERCELLI AMARISSIMA. 3-0 SECCO E TANTA CONFUSIONE. QUALI SONO LE CAUSE?

Varese, Pescara, VERCELLI. Una settimana, tre partite, un punto e tanta, troppa confusione. Troppo brutta per essere la nostra Bari. Presi a pallate per 90′ dalla Pro Vercelli, senza un accenno di reazione. Una squadra apparsa svuotata, priva di motivazione ed incredibilmente inerme davanti al pesante passivo della prima frazione (2-0), incapace di abbozzare una minima reazione. Rossini, Contini, Defendi e Salviato in costante affanno contro avversari del calibro di Cristiano Ronaldo, James Rodriguez e Karim Benzema. Ah no, perdonatemi. Ronaldo (non il fenomeno), Di Roberto ed Ettore Marchi.
Ma perchè questa disfatta? Quali le cause principali?  Come correre immediatamente al riparo? Io un’idea me la sono fatta. E credo che dodici giornate (un terzo di campionato) possano bastare per dare i primi giudizi.
CONFUSIONE TATTICA– Sono solo numeri, vero. Ma occorre far chiarezza. E fino ad ora ci ho capito poco. In principio fu 4-4-2. Poi il ritorno al 4-3-3 della passata stagione. Contro il Pescara il 4-3-1-2. E Per finire, l’elogio alla follia di ieri. Il ritorno al 4-3-3 proposto per 45′, accantonato nella ripresa per far spazio al 3-4-3 per 25 minuti senza ottenere alcun risultato ed infine il 3-3-1-3, che ha consentito il tris alla Pro. Bene, cioè non proprio. Provo a rimettere in ordine questi numeri e trovare la quadra, ma non ci riesco. E pare non riuscirci nemmeno Mangia. Un’affanosa e costante ricerca di un’identità da attribuire al collettivo biancorosso, che si sta traducendo solo in una confusione pazzesca. Confusione che dopo dodici giornate comincia ad irritarci.
 
PEDINE AL POSTO SBAGLIATO – Va bene la duttilità di Defendi. Ma è possibile che non ci sia in rosa un terzino mancino di ruolo all’altezza?. L’assenza di Calderoni può essere così decisiva ed incisiva nell’economia di un match? Non credo. Se hai in rosa un ricambio come  Lorenzo Filippini, perchè non lo getti nella mischia?. Marino Defendi ha già dimostrato e dichiarato di trovarsi meglio nei tre di centrocampo. E allora, perchè ostinarsi a schierarlo in un ruolo non suo e lasciarlo in balìa degli avversari, come accaduto ieri?. Per non parlare di Massimo Donati adattato da centrale difensivo nel 3-4-3 della ripresa, stile De Rossi agli Europei 2012. Opzione mai provata in partita fino a ieri e, visti i risultati, da scartare immediadatamente. Perchè stravolgere le sue caratteristiche e non affidare le chiavi della retroguardia ad un difensore centrale di ruolo?. Per non parlare delle passate giornate. Wolsky largo sulla fascia, quando esterno non lo è. Sciaudone interno di centrocampo e con un raggio d’azione limitato.
A.A.A DIFENSORI CENTRALI TITOLARI CERCASI– Dodici partite e non abbiamo una coppia di centrali difensivi titolari. E’ un dato di fatto. Due pedine cardine, attorno alle quali oliare i meccanismi di una difesa che, a conti fatti, non è stata mai convincente. 16 reti subite in 12 gare sono troppe per una squadra costruita per la A. Ma ciò che brucia maggiormente è l’incapacità di correggere difetti, ormai diventati cronici. Gol presi da azioni in fotocopia e che denunciano una guida tecnica ampiamente insufficiente.
Certezze poche, dubbi tanti. Così come tanta è la confusione tra campo e panchina. La sensazione è quella che manchi un filo conduttore tra squadra ed allenatore. La sensazione è quella che la squadra non segua il suo condottiero. Il ritiro punitivo può essere una soluzione? No. La conferma di mister Mangia è giusta? No, almeno per me.
Molti continuano a vivere di ricordi. Altri, addirittura, continuano a paragonare Devis Mangia ad Antonio Conte. Ma l’attuale tecnico della nazionale, non viene (colpevolmente) ricordato, che aveva le idee sin troppo chiare. 4-2-4 era e 4-2-4 doveva essere. Le pedine erano quelle e non si discutevano. I risultati non arrivavano? Si continuava, si martellava con il solito spartito senza snaturare il gioco. E i risultati cominciarono ad arrivare. Quindi, lasciamo perdere i confronti e le finte illusioni. Devis Mangia non è Antonio Conte. Ed ha già ampiamente dimostrato di capirci poco, quasi nulla. Ed il tempo è denaro. Cosa aspettiamo a cambiarlo?. La classifica è corta? Bene, diamo una scossa all’ambiente. I campionati non si vincono sulla carta e  non possiamo perdere altro tempo. Quel tempo che, nella passata stagione, ci è costato la finale dei playoff.
 
 

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Written by Alberto Stasi

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